di Mattia Sangiuliano
venerdì 26 dicembre 2014
mercoledì 24 dicembre 2014
“Niente falli e bambole gonfiabili su @amazon (Italia) per #natale”
Oppure: “Un articolo che – forse – avrebbe potuto scrivere @viceitaly”
di Mattia Sangiuliano
Butt plug, dildo, sex
toys, vaginal balls, bondage in chain, BSDM di varia natura e un
guardaroba rigorosamente in latex; queste sono solo alcune delle
numerose chiavi che aprono le porte del paradiso per i cari amici dei
sexy shop online, paradiso che, per gli acquirenti italiani, clienti
@amazon, sono rimaste – e rimarranno, per adesso – chiuse. Se per
le feste avevate intenzione di regalarvi “momenti di piacere”,
per citare la pubblicità della Durex, ecco a voi una grande
delusione per questo #natale2014; a quanto pare la versione italiana
del noto ed idolatrato sito di eCommerce, @amazon, non ha pensato a
voi. Per il vostro Natale, ma non solo il Natale!, sarete costretti a
rinunciare ai doni che sotto l'albero avrebbero potuto rintuzzare la
languente fiamma della candela natalizia della vita coppia – forse
un po' ammosciatasi nel corso degli anni – sino a causare, magari,
un bell'incendio.
venerdì 19 dicembre 2014
Così diluì Zarathustra.
di Mattia Sangiuliano.
Lessi lo Zarathustra di Nietzsche, per
la prima e unica volta, a 18 anni; ero nel periodo che segna il confine
tra la maturità e il primo anno universitario, quando presi in mano
il volume edito da Fabbri Editore, per la collana I classici del pensiero, con la ferma intenzione di leggerlo proprio quella estate. Incominciai a sbocconcellarne le prime pagine durante
la stesura della tesina per l'esame di Stato – rigorosamente in
ritardo –, non riuscendo a privarmi del pane quotidiano di un libro
da leggere, ma lo ripresi in mano con maggior determinazione nei
giorni subito successivi la prova finale e, dunque, a suggello del
mio iter nella scuola superiore.
venerdì 12 dicembre 2014
Interstellar e la nostalgia dell'esploratore.
di Mattia Sangiuliano.
La natura
dell'esploratore spinge l'uomo a sondare l'ignoto oltre i confini
della conoscenza, ad andare oltre i limiti dell'occhio umano e della
scienza che lo guida e sorregge. Nulla di trascendentale, la speranza
dell'uomo riposta in un “altro” da lui viene negata nel momento
in cui sembra materializzarsi la spiegazione ultima; al centro
dell'universo viene ricollocato l'uomo e, soprattutto, l'esploratore;
il viaggiatore, spinto ai limiti dell'universo conosciuto e oltre,
dentro l'ignoto insondabile, è il centro gravitazionale del suo
stesso viaggio.
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martedì 9 dicembre 2014
Macerie e arte nell'età dell'estremismo.
recensione di Mattia Sangiuliano
«Si sbaglierà di rado se si
ricondurranno le azioni estreme alla vanità, quelle mediocri
all'abitudine e quelle meschine alla paura.» (Friedrich Nietzsche;
Umano troppo umano)
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venerdì 28 novembre 2014
Frida Kahlo e il suo doppio.
Appunti di Mattia Sangiuliano
L'immagine riflessa da uno specchio è
una rappresentazione fittizia dell'oggetto, non coincide con esso;
allo stesso modo l'immagine riflessa sull'acqua non è una
rappresentazione veritiera dell'oggetto che vi si riflette,
attraversata com'è da piccole scosse, increspature sulla superficie
e sotto di essa. L'immagine che si cerca di fissare è un fremere di
riflessi di luce, giochi d'ombra, movimenti che percorrono il pelo
dell'acqua. Spesso però, il riflesso, per quanto distorto possa
essere, rivela un insieme di dettagli che difficilmente l'occhio nudo
sarebbe in grado di cogliere. L'opera di Frida Kahlo, nel tentativo
di fissare la propria immagine, è caratterizzata da questo perenne
scavo nella materia lavica della sua esistenza, tra vita e
presentimento di morte, tra amore e tradimento, il suo perenne dolore e la gioia di essere viva.
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venerdì 21 novembre 2014
Un tornado nella mente. #joinparallaxis
di Mattia Sangiuliano
Parallàxis n°0 – a
twist in the mind, giugno-luglio
2014, Ekt Edikit, 10€.
Valerio Evangelisti in
Alla periferia di Alphaville (l'ancora
del Mediterraneo, 2000), scrive che con il termine
paraletteratura, si intende “una narrativa parallela a quella
definita “alta” (anche perché è mid-cult o peggio), con un
proprio mercato, una propria peculiare longevità (di solito molto
estesa), un proprio strettissimo rapporto con il pubblico, ma non con
tutto il pubblico”.
venerdì 14 novembre 2014
Quel mostro sulle spalle. La solitudine sociale.
di Mattia Sangiuliano
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Grigia solitudine - Fabio Boccalon |
venerdì 7 novembre 2014
“Raccontare per la storia” di Anna Bravo.
Primo Levi e la Storia maestra per la vita.
recensione di
Mattia Sangiuliano
"Raccontare per la storia, Narrative for the history", Anna Bravo; Giulio Einaudi Editore, per la collana Lezioni Primo Levi, 2014, p.211, €18.
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sabato 1 novembre 2014
Rivoluzione Dylan Dog.
di Mattia Sangiuliano.
Se ne è parlato tanto e in tutte le salse: “Dylan Dog cambia faccia”. Un tuffo al cuore per gli appassionati del celebre – quanto unico – indagatore dell'incubo come di quei disillusi che, già da tempo – molto tempo – avevano smarrito quella che era la voglia iniziale di immergersi nelle storie da incubo del don Giovanni londinese, del suo assistente Groucho e dell'ispettore Bloch.
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lunedì 27 ottobre 2014
Fanfani 1 – Berlinguer 0. E la sindrome della Leopolda.
Ma c'è davvero di che stupirsi?
di Mattia Sangiuliano
Domenica 26 ottobre, la ministra renziana Maria Elena Boschi ha dichiarato, dagli studi Rai di Fazio, che tra Fanfani e Berlinguer lei preferisce il primo, in quanto aretina.
Sinceramente non mi sono
stupito. Giuro. La cosa che mi ha davvero stupito è stata la
reazione di una gran quantità di persone che hanno deprecato la
scelta della Boschi.
«Preferire Fanfani a
Berlinguer?» è la sintesi dello sconcerto che si alza da sinistra
verso quel centro-sinistra sempre più democrat in stile
smaccatamente americano incarnato da Renzi e dalla sua vestale
Boschi. È questo sconcerto serpeggiante tra le fila di persone e
militanti radicali, di sinistra, a destare il mio più vivo stupore.
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Fanfani e Berlinguer |
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mercoledì 22 ottobre 2014
Gasparri nella rete.
di Mattia Sangiuliano
Maurizio Gasparri –
@gasparripdl per gli amici della rete, meglio se via twitter – è
un tipo d'uomo particolare: esponente del centrodestra,
filoberlusconiano sino alla nausea, reazionario, conservatore e,
questo è l'aspetto che ci interessa, figura pubblica molto attiva su
twitter; un querelatore compulsivo che, però, non riesce a sottrarsi
alle denunce che il web, gran parte del web, gli muove contro
specialmente quando lo ritrova protagonista di una qualche vicenda di
attualità, in cui, dalle maglie della rete, un suo tweet riesce a
stuzzicare l'opinione pubblica. Quindi la pronta reazione del popolo
del medium digitale.
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Gasparri nella rete |
mercoledì 8 ottobre 2014
Una donna per cui andare al cinema. Forse.
di Mattia Sangiuliano
Sin City, una donna per cui uccidere. Sono andato al cinema conscio del fatto che, molto probabilmente, non avrei trovato ciò che molti si aspettavano, sicuro del fatto che non avrei provato la stessa ebbrezza del primo episodio datato 2005. C'era da aspettarselo in fondo.
La pellicola del secondo episodio sacrifica molto del noir presente nel film di nove anni prima, prevale su tutto un'impronta hard boiled forse più marcata cui fa da sponda un fiume di pulp; è un film d'azione, violento e crudo, in bianco e nero; godibile come tale, così come tutte quelle cose già assaporate che, si sa, non torneranno indietro.
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Ava Lord alias Eva Green |
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Una donna per cui uccidere
martedì 7 ottobre 2014
La purezza della razza nel fascismo di oggi e di ieri.
di Mattia Sangiuliano.
Facevo le superiori quando, un giorno, ritrovai la città tappezzata di manifesti di Forza Nuova. Erano manifesti semplici quanto oggettivamente rivoltanti. Rivoltante come il tema che avevano per oggetto. Rivoltanti quanto la semplificazione disarmante che li sottendeva e li rendeva, agli occhi di molti, "tollerabili". Poche parole lapidarie e un invito politico corredavano l'immagine che, più di tutto, era stata posta al centro del manifesto con il chiaro, e riuscito, intento di essere rivoltante.
Recentemente mi sono imbattuto in manifesti d'epoca che con quelli di FN hanno non pochi punti di contatto. Non stupisce dunque il loro essere risalenti all'epoca del fascismo, sembrano così ripetere, oltre che la stessa tematica la medesima strisciante idea nazionalista tipica del fascismo.
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Adunata di balilla |
sabato 6 settembre 2014
Traslochi
Dopo oltre un anno di attività, Ululati Solitari finalmente si "sposta"; da oggi il sito è attivo al semplice indirizzo "www.ululatisolitari.com"
Vento di rivoluzione.
martedì 5 agosto 2014
"O Gorizia, tu sei maledetta". L'accusa dei militi senza nome.
di Mattia Sangiuliano
«La mattina del 5 di
Agosto
si muovevano le truppe italiane
per Gorizia le terre lontane
e dolente ognun si partì»
per Gorizia le terre lontane
e dolente ognun si partì»
(O Gorizia, tu sei
maledetta)
«Da quella bara che
riunisce er pianto
de tante madri, un fijio
chiam: - Mamma!
E ogni madre risponne:
-Fijio santo!
De tanti cori s'è
formato un core:
ardeno tutti nella
stessa fiamma
strazziati dar medesimo
dolore»
(Trilussa)
giovedì 31 luglio 2014
Primo Levi. Il lavoro del testimone, il valore della comunicazione.
di Mattia Sangiuliano
Primo Michele Levi nacque
a Torino il 31 luglio del 1919. Si laureò nel 1944 in chimica,
successivamente decise di militare attivamente sulle colline
piemontesi imbracciando le armi contro l'occupazione nazifascista,
come partigiano all'interno della formazione Giustizia e Libertà.
Dopo qualche mese venne catturato e, a seguito dell'ammissione della
sua origine ebraica, internato a Fòssoli e da qui espatriato,
deportato verso Auschwitz. Con queste premesse si ha l'avvio del
romanzo autobiografico intitolato Se questo è un uomo, ambientato
all'interno del tristemente noto Lager presso l'omonima cittadina di
Auschwitz, in Polonia.
Il lavoro è una tematica
centrale all'interno del discorso di Primo Levi. Attraversa,
assumendo varie sfumature, gran parte della sua produzione; torna in
varie e multiformi sfaccettature nella quasi totalità delle sue
opere investendo parimenti il ruolo, e il dovere comunicativo, del
testimone sopravvissuto all'Olocausto.
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Se questo è un uomo
lunedì 21 luglio 2014
Transavanguardia. L’ansia comunicativa nell’opera di Enzo Cucchi.
di Mattia Sangiuliano
«Quello che voglio sapere è come la
terra sia a filo con la superficie.»
Enzo Cucchi, artista
marchigiano, è esponente della Transavanguardia teorizzata
dal critico d'arte Achille Bonito Oliva nel 1979.
Cucchi, artista, uomo di
cultura dalla poetica multiforme, all'inizio della sua carriera
artistica poeta e scrittore, osservatore della natura, dello spazio,
delle forme e, soprattutto, della storia; sin da ragazzo si interessa
di quadri e di arte, si dedicherà così alla pratica del restauro,
nel capoluogo marchigiano.
Originario di Morro
d’Alba (1949), iscrittosi presso l'accademia di Belle Arti di
Macerata, sarà un attivo frequentatore del circolo intellettuale
maceratese raccoltosi attorno alla rivista Tau; predilige in questa
prima fase della sua esperienza artistica la scrittura, in particolar
modo il componimento poetico, ottenendo varie pubblicazioni sulla
rivista. Sarà poi riconosciuto nel panorama internazionale come uno
degli interpreti del movimento della Transavanguardia.
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domenica 13 luglio 2014
Il Negazionismo e la stella "uncinata" di Davide.
di Mattia Sangiuliano
«Siamo stati capaci, noi
reduci, di comprendere e di far comprendere la nostra esperienza?»
-Primo Levi, I sommersi
e i salvati.
Inizia un nuovo giorno e
la cronaca estera si tinge di rosso sulla striscia di Gaza. Una nuova
tornata di massacri – o dichiarati tali da fonti governative –
nei territori medio-orientali a cui corrisponde una nuova e
strisciante enfasi mediatica, sponda ai sanguinosi eventi che caratterizzano
regioni periferiche – o ritenute tali – del globo; l'informazione
fornisce un'eco edulcorante attorno a nuove carneficine giocando
sull'apparente lontananza di contesti geopolitici che – adagiati su
di una polveriera è dir poco – minacciano di detonare da un
momento all'altro, danneggiando irreparabilmente uno squilibrio che
rischia di ingoiare un'intera regione.
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domenica 29 giugno 2014
giovedì 29 maggio 2014
Quando gli eroi tornano alla terra.
recensione di Mattia
Sangiuliano
“Un paese ben
coltivato”, Giorgio Boatti; Editori Laterza 2014 per la collana i Robinson/Letture, 18€ p.264.
In Italia, ogni
giorno, cento ettari di terreno agricolo vengono persi per sempre,
divorati dalle costruzioni.
Questo spiega perché
dal boom economico a oggi la superficie agricola è scesa da 18 a 13
milioni di ettari. Si riducono i campi coltivati e l'Italia, che
aveva raggiunto la piena autonomia alimentare, sta dipendendo sempre
più dagli altri. Persino per il pane non siamo più autosufficienti:
il 60 per cento del frumento tenero lo importiamo dagli Stati Uniti e
dall'Ucraina, dalla Francia, dalla Germania e perfino dall'Austria.
[p.10]
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venerdì 16 maggio 2014
“Du oder Ich”. Un (auto)ritratto per celebrare Maria Lassnig.
di Mattia Sangiuliano
“Thankfully, I possess a strong sense
of reason.”[1]
![]() |
“Du oder Ich” (2005) |
La Lassnig nasce in Austria, presso la cittadina di Kappel am Krappfeld, l'8 settembre
1919. Figlia nata fuori dal matrimonio, sua madre si sposerà solo tempo
dopo con un uomo molto più vecchio di lei, e in concomitanza di una serie di problemi di
relazione all'interno della famiglia, sarà accudita per parte della sua infanzia dalla nonna. Durante la seconda guerra mondiale studierà presso
l'accademia di belle arti di Vienna. Intraprenderà così un percorso
artistico che la porterà ad avvicinarsi sempre più alle maggiori
avanguardie dell'epoca, funambolicamente in bilico tra espressionismo e astrattismo,
sino poi a prenderne le distanze.
domenica 11 maggio 2014
In frantumi.
di Mattia Sangiuliano
[continua da Come argilla]
[continua da Come argilla]
«Si papà» risponde
brevemente il ragazzo, sentendo affievolire, dentro di se quel moto
di immotivato rancore che lo aveva attraversato sino a qualche
istante prima, tradottosi poi in quella fantasiosa corsa al di là
dei confini del quartiere, al di fuori di quello che è il suo
territorio, la sua casa.
«È da un po che non ci
sentiamo vero? Come va li da te? Tutto in ordine in parrocchia? E tu,
soprattutto, come stai? E il parroco Roberto?»
La pioggia di domande che
piombano addosso al giovane prete lo travolgono tramutandosi in una
valanga. L'apprensione del padre lo lascia un po' interdetto ma,
ricordandosi quasi all'istante il motivo della sua telefonata decide
di tagliare corto e raggiungere subito il nocciolo della questione,
il motivo della sua telefonata.
giovedì 8 maggio 2014
“Io, Ippocrate di Kos”. La medicina, arte tra Asclepio e Thanatos.
di Mattia Sangiuliano
“Io, Ippocrate di Kos” di Massimo Fioranelli e Pietro Zullino, Editori Laterza (2008) per la collana Storia della medicina e della sanità; 138 p. 19€.
Attraverso la storia del grande capostipite della medicina – in un certo qual modo – moderna, già distinta dalla speculazione propriamente filosofica dell'antichità, il libro fornisce informazioni sulla vita di Ippocrate di Kos poggiando le sue fondamenta su una narrazione autobiografica degli eventi che, contestualmente, caratterizzarono l'opera e alcuni difficili anni della sua esistenza. La ricostruzione romanzata della vita di Ippocrate prende le mosse come sorta di estremo lascito testamentario fornito dalle sue labbra dando voce, e interpretando i dati, a noi pervenuti per via letteraria riguardanti la sua figura di medico e pensatore, per quelle tappe che ne contraddistinsero la vita, in un procedere di eventi mediante una "fiction" biografica nutrita in un contesto storico.
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domenica 4 maggio 2014
«Fanciulli allo stadio». #ilcapoultrahadeciso.
di Mattia Sangiuliano
«Galletto
è alla voce il
fanciullo; estrosi amori
con quella, e crucci,
acutamente incide.»
("Fanciulli allo stadio"; Saba, Umberto)
giovedì 1 maggio 2014
Le morti del primo maggio.
di Mattia Sangiuliano.
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Viene alla mente la
novella pirandelliana: “C'è qualcuno che ride”, novella
ambientata nel mentre di una riunione seria, il giorno di carnevale,
in cui i partecipanti vi prendono parte travestiti, in maschera – e
qui il sottile ossimoro della vicenda che sottende l'intero breve
racconto – eppure attori di una finta partecipazione collettiva e
corale a un giubilo solo estetico, del tutto privo di un qualche
vitalismo, o della pur minima partecipazione all'evento. Proprio nel
mentre di quella attesa carica di preoccupazione, una risata
rompe la sospensione generale gettando gli astanti nel panico collettivo; gli astanti erano colpevoli di aver accettato l'oblio collettivo aderendo
ad una circostanza formale, nella coralità generale, senza porsi alcuna domanda sulla liceità di quel contesto.
Come argilla
di Mattia Sangiuliano
«Guarda attentamente. Se
tendi troppo il filo si spezza. Devi prestare molta attenzione a
mantenere la giusta tensione, senza ammorbidire e senza strattonare.
E appena sei sicuro abbia abboccato fai girare il mulinello. Senza
strattonare, mi raccomando. Vedi? Esattamente così... Ecco! Ecco!
Guarda» esclama «Ha abboccato! Fatti da parte un attimo che mi
impicci... senti che fatica...»
“No papà, non sento
niente”.
E come la marea le nubi
fanno ritorno. Tornano come una risacca di piombo ad annebbiare
luoghi e pensieri.
Il parroco segue in
silenzio i suoi pensieri ormai rassegnato a non poterli cancellare o
sostituire. Pensa a suo padre. A quel suo padre politico così
lontano, distante dal mondo e dagli affetti dei suoi figli.
Come quella volta a
pesca. Al lago, in una giornata di festa, una domenica forse, quando
suo fratello si era ammalato e il padre, per non perdere una giornata
di sole, aveva deciso di portare con se il minore dei suoi figli.
Il bambino sorride mentre
quella gioia del padre muta, attraverso uno specchio capovolto, in
amarezza sulle labbra del figlio ormai adulto.
Ma la legge del padre è
inviolabile, intoccabile.
mercoledì 30 aprile 2014
“L'assenza” poesia di Guido Gozzano. La contemplazione come arte poetica.
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Monet, Claude "Ponte giapponese nel giardino di Giverny" |
analisi e commento di Mattia Sangiuliano
la strada boschiva che pare
un gran corridoio nel verde.
Risalgo qui dove dianzi
vestiva il bell'abito grigio:
rivedo l'uncino, i romanzi
ed ogni sottile vestigio...
Mi piego al balcone. Abbandono
la gota sopra la ringhiera.
E non sono triste. Non sono
piú triste. Ritorna stasera.
E intorno declina l'estate.
E sopra un geranio vermiglio,
fremendo le ali caudate
si libra un enorme Papilio...
lunedì 28 aprile 2014
Cura Di Bella e metodo Vannoni; il placebo dell'unzione mediatica.
di Mattia Sangiuliano
“Non
ho appiccato io l'incendio al santuario di Asclepio a Kos. Ammetto
però che l'avrei fatto volentieri, tanta è la ripugnanza che il
mercimonio della salute genera in me. Ed è una vergogna che i
gestori di queste fiere del miracolo sparse per tutta l'Ellade si
facciano chiamare anche loro asclepiadi, quasiché fossero i veri
eredi della sapienza di Asclepio. Volgari imbroglioni, usurpatori del
nome!” [1]
venerdì 25 aprile 2014
Resistere non invecchia.
di Mattia Sangiuliano
Cosa resterà della
memoria della Resistenza quando anche l'ultimo partigiano morirà? Un
ricordo? Un vago e nostalgico rimembrare i tempi in cui si sfilava,
con i fazzoletti rossi al collo, nelle parate dei vari e numerosi 25
aprile dalla liberazione in poi, da quel lontano 1945?
Cosa accadrà poi? Anche
il ricordo e il valore della Resistenza verranno colpiti come fa quella
retorica che da più parti evidenzia come i cittadini si siano
disaffezionati, dunque allontanati, dalla politica tradizionale e dai
valori che rappresentava?
Molti atteggiamenti
diffusi, molte parole, molta retorica popolare e giornalistica
sottolinea come la disaffezione alla politica tradizionale sia
inscritta in quell'asse che, procedendo di repubblica in repubblica,
di scandalo in scandalo, di intreccio tra poteri forti, sino ai
giorni nostri ha fatto si che prendesse forma un grande disinteresse
verso molteplici vicende. Ci si allontana progressivamente dall'idea originaria di collettività che ha caratterizzato la vita democratica e
partecipativa che prese forma in Italia proprio dall'esperienza della
Resistenza.
mercoledì 23 aprile 2014
“La guerra non era finita” di Francesco Trento
recensione di Mattia
Sangiuliano
“La guerra non era
finita” sottotitolato “i partigiani della Volante Rossa”
(2014), è un libro di Francesco Trento, edito da Laterza per la
collana i Robinson (p.200, 18€).
Una cinquantina di
ragazzi nel dopoguerra si uniscono, aggregano le loro forze
nell'intento di creare qualcosa di nuovo continuando l'esperienza
della Resistenza. Sono giovani appena ventenni i ragazzi di cui
Francesco Trento narra le gesta, in una Milano e in un'Italia teatro
di un vero e proprio scontro armato, dopo la Liberazione, ma ancora
lontana da una necessaria pacificazione. Trento non lascia campo a
equivoci di fondo, il fascismo è ancora in agguato e compito dei
giovani della Volante Rossa è quello di stanarlo e dargli battaglia.
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lunedì 21 aprile 2014
Futurismo renziano
di Mattia Sangiuliano
Le parole di Renzi fanno riflettere. Che la distinzione destra-sinistra sia stata davvero soppiantata in favore di una più “pratica” opposizione idelogico-programmatica tra ciò che è “veloce” contro qualcos'altro, l'opposizione, che rappresenta il “lento”?
Che la tradizione delle politiche che hanno per oggetto “cose di destra” o “cose di sinistra” debbano davvero ora essere commisurate, successivamente appiattite e, infine, estinte su una posizione che ha per oggetto le “cose veloci” da contrapporre alle “cose lente”, secondo un semplicistico processo che vuole sbarazzarsi di storia e cultura, piegare delle regole, per far avanzare un programma, più che un progetto?
Ma, oltretutto, in base a
che principio o manifesto politico-culturale si può stabilire cosa
sia veloce e cosa lento? Ma, sopra ogni cosa, è mai possibile una
semplificazione del tipo: “veloce è bene” mentre “lento è
male”?
Ha ragione il professore
veneto, ed ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, nel consigliare,
dall'alto del suo magistero culturale e disciplinare, savia
attenzione nell'uso della velocità al giovane “allievo”?
giovedì 10 aprile 2014
"Donne appassionate" poesia di Cesare Pavese. Tra mare e sensualismo.
Analisi e commento di Mattia Sangiuliano
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Paul Gauguin; donne tahitiane
|
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti, lungo l'acqua remota.
Le ragazze han paura delle alghe sepolte
sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant'è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva
e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio,
sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai copi che passano. Il bosco
è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che i greto, ma piace alle scure ragazze
star sedute all'aperto, nel lenzuolo raccolto.
Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo
alle gambe, e contemplano il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna
ora stendersi nuda in un prato? Dal mare
balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi,
a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Cl son occhi nel mare, che traspaiono a volte.
Quell'ignota straniera, che nuotava di notte
sola e nuda, nel buio quando muta la luna,
è scomparsa una notte e non torna mai più.
Era grande e doveva esser bianca abbagliante
perché gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei.
(da Lavorare stanca, 1936)
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giovedì 3 aprile 2014
"La Storia" come dramma collettivo e personale, tra Levi e Morante.
di Mattia Sangiuliano
"Sono passati molti
anni, pieni di guerra e di quello che si usa chiamare la Storia".
Tra riflessione personale e meditazione sulle vicende storiografiche
appena concluse, l'incipit del romanzo di Carlo Levi, "Cristo si
è fermato a Eboli", ricorda molto l'avvio di quella che è
un'altra grande e indiscussa opera d'arte del panorama culturale del
secondo dopoguerra italiano; l'opera in questione, pubblicata cinque
anni dopo l'opera magna di Carlo Levi, è "La storia" di
Elsa Morante.
"La Storia, si
capisce, è tutta un'oscenità fino dal principio". Questa
frase, corredo dell'opera della Morante, sottotitolo delle prime
edizioni sintetizza, anch'essa, al pari di quella di Levi, un
profondo rapporto che intercorre tra il vissuto del singolo e quello
della collettività, secondo due punti di vista che rimangono
distinti ma, allo stesso tempo coincidenti; tra dramma personale e
collettivo, nell'opera di Elsa Morante; tra impotenza del singolo e
della collettività, nel romanzo di Carlo Levi.
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Elsa Morante,
La Storia,
Oltre le lettere
martedì 1 aprile 2014
“Tutta nuda” poesia di Luciano Folgore
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Quadro di Serge Marshennikov |
analisi e commento di Mattia
Sangiuliano
Te, nuda dinanzi la lampada rosa,
e gli avori, gli argenti, le madreperle,
pieni di riflessi
della tua carne dolcemente luminosa.
Un brivido nello spogliatoio di seta,
un mormorio sulla finestra socchiusa,
un filo d'odore, venuto
dalla notte delle acacie aperte,
e una grande farfalla che ignora
che intorno a te
non si bruciano le ali,
ma l'anima.
(da Città veloce. 1919)
mercoledì 26 marzo 2014
Auguri a Pierre Boulez
di Mattia Sangiuliano
«Ci sono moltissime cose nella direzione, al di là dei fenomeni psicologici: quando si dirige un'orchestra bisogna conquistare gli strumentisti, accordandosi al loro temperamento.» Pierre Boulez
«Ci sono moltissime cose nella direzione, al di là dei fenomeni psicologici: quando si dirige un'orchestra bisogna conquistare gli strumentisti, accordandosi al loro temperamento.» Pierre Boulez
Pierre Boulez, direttore d'orchestra e compositore francese di musica contemporanea nasce il 26 marzo 1925 a Montbrison, nella Loira. All'età di sette anni prende lezioni di pianoforte assieme alla sorella. Frequenta il Collège cattolico di Saint-Etienne; studia matematica in classi speciali.
«Mio padre era ingegnere, e voleva che seguissi le sue orme. Così mi sono diplomato in matematica a Saint-Etienne, nella provincia dove sono nato, e poi ho fatto un anno di preparazione a Lione per l'École Polytechnique. Avevo interesse e talento per la matematica e mi è sempre piaciuto studiarla, a patto che non diventasse un obbligo che mi distogliesse dalla musica. Avevo e ho una grande ammirazione per i matematici, per il modo in cui la loro mente lavora, per come ragionano su cose che inventano. Questo mi sembra il loro aspetto più creativo.»
martedì 25 marzo 2014
Ricordando Arturo Toscanini
di Mattia Sangiuliano
«25 marzo 1867
Alle tre di notte, nell'alloggio dei Toscanini al numero 13 di Borgo San Giacomo, nel quartiere operaio di Oltretorrente, nasce Arturo, Primogenito di Paola Montani e Claudio Toscanini. Malgrado le idee anticlericali del padre, il bambino viene subito portato nel Battistero di Parma, dove gli vengono imposti i nomi di Arturo Alessandro. Claudio proviene da una famiglia modesta, ma relativamente benestante. Pare fosse il venticinquesimo figlio della coppia formata da Angelo Toscanini e Eligia Bombardi, sua seconda moglie. Il padre di Arturo Toscanini di mestiere faceva il sarto, ma fu soprattutto prima ardente poi nostalgico garibaldino. È la madre a portare con piglio severo la famiglia. Dopo Arturo nasceranno altre tre sorelle. Nella sartoria dei Toscanini si leggono ad alta voce i romanzi più famosi dell'ottocento, oppure si cantano arie d'opera. A quattro anni, per la prima volta, Arturo mette piede al teatro Regio. In scena c'è Un ballo in Maschera di Verdi.»
“Il negazionismo, storia di una menzogna” di Claudio Vercelli
recensione
di Mattia Sangiuliano

«Questo libro si occupa
di negazionismo olocaustico. Lo indaga da più punti di vista, non
solo ricostruendone la storia ma cercando di mettere a fuoco, nel
limite delle sue pagine, gli aspetti concettuali e ideologici, gli
addentellati politici e le ricadute nella discussione pubblica»
(p.VII)
Edito per la collana Storia e Società è un approfondimento
estremamente interessante, che analizza in maniera lucida e organica,
uno dei temi più controversi cui la storiografia contemporanea, nel
campo dell'olocausto, deve confrontarsi.
lunedì 24 marzo 2014
"Lo avrai camerata Kesselring" di Piero Calamandrei
Per i settantanni dall'eccidio delle Fosse Ardeatine un ultimo saluto alle 365 vittime del nazifascismo.
"Lo avrai camerata Kesselring" di Piero Calamandrei.
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
"Lo avrai camerata Kesselring" di Piero Calamandrei.
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Settantanni dalle Fosse Ardeatine. Una Storia che non può essere cancellata.
di Mattia Sangiuliano
“L'ordine venne
direttamente da Hitler” è la dichiarazione che rimbomba a
settantanni dalla strage di quei 365 italiani giustiziati a Roma; in una situazione in
cui la notorietà di inquisiti e carnefici non è che l'altoparlante di una giustizia che sembra non aver voce in capitolo, la mancanza di prove scritte e la possibilità di stravolgere e
manipolare i fatti è il cavallo di battaglia del negazionismo
riflesso nella popolarità dei singoli che, con la loro sola immagine,
riescono a far tacere ogni forma di dissenso o di fattualità storica.
Ma i 365 italiani che il
24 marzo 1944 furono giustiziati alle Fosse Ardeatine sono un'eredità
troppo grande per essere cancellata con un semplice colpo di spugna.
giovedì 20 marzo 2014
"Mondo sotto lucernario verde" poesia di Luciano Folgore
Analisi e commento di Mattia Sangiuliano
Primavera del fresco
Primavera di Sandro Botticelli (1482)
sotto il verde lucernario del cielo.
Monta un color d’erba ovunque.
Hanno versato un succo di foglie nuove
entro la conca del mondo.
Tepidità che s’apre nelle cellule a gemma.
Si pensa con zampilli di sorgente.
La vita è tutta un’infanzia
e nelle vene c’è un senso di trifoglio
cuore verde a bocciolo
senza preoccupazione della rosa
che nascerà
con cinque sepali soli,
stellanti
intorno ad un fermento d’odore.
mercoledì 19 febbraio 2014
Un po' di espressione
di Mattia Sangiuliano
19 febbraio 2014; google celebra con un nuovo doodle il 137° anniversario di nascita della berlinese Gabriele Münter, per un certo periodo compagna di vita del pittore russo Wassily Kandinsky e con lui fondatrice del gruppo di pittori espressionisti noto con il nome de Il cavaliere blu: Die Blaue Reiter.
Gabriele compie i suoi studi presso l'accademia di Düsseldorf, si trasferisce un periodo negli stati uniti e nel 1901 è allieva a Monaco del pittore Kandinsky entrambi militeranno all'interno del gruppo da lui fondato: Phalanx, che aveva l'intento di inserire, nell'ambiente artistico tradizionalista di Monaco, lo spirito innovatore mutuato dalle coeve avanguardie francesi.
Nel 1908 compra una una casa a Murnau in Alta Baviera, con Kandisky. Questa casa, nominata "Russenhaus" ("la casa dei russi"), diventerà luogo di incontro di innumerevoli artisti e musicisti di tutto il mondo. Da qui prenderà piede l'arte astratta.
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Wassily Kandinsky
lunedì 17 febbraio 2014
"Preghiera" di Giorgio Caproni
![]() |
Ragazza con camicetta - Amedeo Modigliani |
parafrasi e commento di Mattia Sangiuliano
Anima mia leggera,
va' a Livorno, ti prego.
E con la tua candela
timida, di nottetempo
fa' un giro; e, se n'hai il tempo,
perlustra e scruta, e scrivi
se per caso Anna Picchi
è ancora viva tra i vivi.
Proprio quest'oggi torno,
deluso, da Livorno.
Ma tu, tanto più netta
di me, la camicetta
ricorderai, e il rubino
di sangue, sul serpentino
d'oro che lei portava
sul petto, dove s'appannava.
Anima mia, sii brava
e va' in cerca di lei.
tu sai cosa darei
se la incontrassi per strada.
venerdì 14 febbraio 2014
La migliore fra le dittature
di Mattia Sangiuliano
Sandro Pertini disse: "La peggior democrazia è preferibile alla migliore delle dittature".
Allora, penso, cosa c'è che non va in questo paese, un paese che continua a sprofondare in un gioco di poteri, di collusioni, di mirabolanti avvitamenti in clausole (in)costituzionali per mantenere un ordine che è solamente dichiarato?
Eppure non si vede alcun ordine, si è sprofondati solamente nella pantomima di un equilibrio, un equilibrio disorientato e disorientante, tutto eretto su uno scimmiottamento di qualcosa che una volta era sovranità popolare; ci sono solo rovine, brandelli di dignità e democrazia tenuti assieme da un abbondante uso di retorica e abilità da mondo dello spettacolo, facendo leva sullo scontento generale che preme da più fronti.
Sandro Pertini disse: "La peggior democrazia è preferibile alla migliore delle dittature".
Allora, penso, cosa c'è che non va in questo paese, un paese che continua a sprofondare in un gioco di poteri, di collusioni, di mirabolanti avvitamenti in clausole (in)costituzionali per mantenere un ordine che è solamente dichiarato?
Eppure non si vede alcun ordine, si è sprofondati solamente nella pantomima di un equilibrio, un equilibrio disorientato e disorientante, tutto eretto su uno scimmiottamento di qualcosa che una volta era sovranità popolare; ci sono solo rovine, brandelli di dignità e democrazia tenuti assieme da un abbondante uso di retorica e abilità da mondo dello spettacolo, facendo leva sullo scontento generale che preme da più fronti.
martedì 11 febbraio 2014
Qual è la casa?
di Mattia Sangiuliano
Una delle principali cause di perplessità in cui ci si imbatte, quasi ad ogni passo, nel considerare le cose d'Italia, (tutte le volte, cioè, che si tenta di sbrogliare una matassa politica specialmente aggrovigliata o di veder chiaro nell'esito di un inesplicabile fatto d'arme), è l’assurda discrepanza tra l’eccellenza di gran parte degli italiani singoli e il destino generalmente sciagurato del loro paese attraverso i secoli.
Luigi Barzini (junior), Gli
italiani, 1965
![]() |
Lavoratore italiano in una miniera nei pressi di Duisburg
(foto Bundesarchiv)
|
In questi mesi trascorsi in Germania ho
avuto modo di conoscere un'infinità di realtà, di persone, di
intessere una vastissima rete di rapporti con gli altri. Ma soprattutto di osservare.
Colpisce, innanzitutto, il numero spropositato di ragazzi tedeschi che studiano italiano.
È stato sorprendente poter vedere con che passione questi giovani studenti si dedicano anima e corpo nello studio della lingua e nell'apprendere la cultura italiana.
Esistono però differenze fra studente
e studente. Vissuti personali, intimi, si intrecciano a motivazioni
che, come una componente propulsiva, spingono avanti questi giovani.
lunedì 27 gennaio 2014
Neve sulla memoria
di Mattia Sangiuliano
Oggi ha nevicato su Augsburg; poco dopo mezzanotte e per tutto il resto della notte una tormenta si è abbattuta sulla città che mi ospita.
Anticipando le prime luci dell'alba, come tutti i lunedì, ho potuto constatare che la città era avvolta da un leggero e candido manto bianco, niveo, uniforme sui tetti e sulle strade così come sui marciapiedi ancora desolati mentre, già sulle strade appena trafficate, nottetempo, erano già passati i mezzi adibiti allo sgombero della neve, ripulendole da quella neve così suggestiva ma allo stesso tempo così fastidiosa per molti lavoratori e pendolari.
Dai tetti delle case, da quella distesa di una moltitudine di bavaresi tetti a punta si alzano piccole e sottili volute di fumo verso un cielo ancora scuro, plumbeo, inghiottito nella tenebra della notte che permane come un assonnato spettro.
Il fumo si alza sottile, grigio, verso quell'oscurità che a breve verrà rischiarata. Ma per il momento il grigio che fuoriesce dai comignoli si perde nel nulla.

Anticipando le prime luci dell'alba, come tutti i lunedì, ho potuto constatare che la città era avvolta da un leggero e candido manto bianco, niveo, uniforme sui tetti e sulle strade così come sui marciapiedi ancora desolati mentre, già sulle strade appena trafficate, nottetempo, erano già passati i mezzi adibiti allo sgombero della neve, ripulendole da quella neve così suggestiva ma allo stesso tempo così fastidiosa per molti lavoratori e pendolari.
Dai tetti delle case, da quella distesa di una moltitudine di bavaresi tetti a punta si alzano piccole e sottili volute di fumo verso un cielo ancora scuro, plumbeo, inghiottito nella tenebra della notte che permane come un assonnato spettro.
Il fumo si alza sottile, grigio, verso quell'oscurità che a breve verrà rischiarata. Ma per il momento il grigio che fuoriesce dai comignoli si perde nel nulla.
mercoledì 22 gennaio 2014
Cielo e mare…
di Francesca Romaldi

Ogni dolore, ogni sfortuna è amplificata. Il mondo non può comprendere quanto è grande la nostra sfortuna, la nostra sofferenza.
La strada è lunga e tortuosa per giungere in quel posto in cui possiamo percepire l’equilibrio e la serenità di NOI STESSI.
Respiro, guardando il nero del mare e del cielo che si incontrano nel profilo di una città disegnato solo da mille luci multiformi e multicolore.
Niente luna, niente stelle …
lunedì 20 gennaio 2014
Un saluto a Claudio Abbado
di Mattia Sangiuliano
A poche ore di distanza dal lutto, scorrendo le pagine digitali di Rai letteratura, non posso che rimanere stupito dall'apprendere della scomparsa dell'onorevole senatore a vita, e Maestro, Claudio Abbado, già da tempo ammalato.
Claudio Abbado, uomo di cultura, nominato senatore a vita per i suoi meriti nel campo della musica e dell'arte il 30 agosto 2013 (vedi QUI-"Il merito dell'onore"), si spegne alle 8:30 del 20 gennaio 2014.
Già al tempo della sua nomina presidenziale non mancarono aspre critiche da più e più parti; in un periodo di revisione dell'inventario, l'eliminazione dei senatori a vita veniva vista come la garanzia prioritaria per risollevare l'Italia dal baratro della crisi, un modo per eliminare il superfluo, una spesa inutile, dimostrando ancora una volta come, quando si parla di cultura e di meriti, i facili populismi siano sempre in agguato.
A poche ore di distanza dal lutto, scorrendo le pagine digitali di Rai letteratura, non posso che rimanere stupito dall'apprendere della scomparsa dell'onorevole senatore a vita, e Maestro, Claudio Abbado, già da tempo ammalato.
Claudio Abbado, uomo di cultura, nominato senatore a vita per i suoi meriti nel campo della musica e dell'arte il 30 agosto 2013 (vedi QUI-"Il merito dell'onore"), si spegne alle 8:30 del 20 gennaio 2014.
Già al tempo della sua nomina presidenziale non mancarono aspre critiche da più e più parti; in un periodo di revisione dell'inventario, l'eliminazione dei senatori a vita veniva vista come la garanzia prioritaria per risollevare l'Italia dal baratro della crisi, un modo per eliminare il superfluo, una spesa inutile, dimostrando ancora una volta come, quando si parla di cultura e di meriti, i facili populismi siano sempre in agguato.
domenica 19 gennaio 2014
Incontri
di Francesca Romaldi
![]() |
Maternidad, Vincent Romero |
Senza tempo.
Inverno,
tardo pomeriggio,
buio di lampioni e freddo.
Ho percorso una strada conosciuta
passi veloci in mezzo a mille volti
passi veloci sui san pietrini
calpestati per anni
ed anni.
I vostri passi traballanti tornano nel presente
come se il tempo non avesse più peso
Corse infantili , abili, pericolose, gioiose
e risa di cuore, risa squillanti
nel freddo e buio dei lampioni
di ieri … di oggi …
giovedì 16 gennaio 2014
"La grande bellezza" del silenzio teutonico
di Mattia Sangiuliano
Quanto gelo; e non per il clima che, nella meridionale Baviera in cui mi trovo, sta incominciando solo in questi giorni a far abbassare la temperatura praticamente in concomitanza con le nomination a Hollywood e l'assegnazione del Golden Globe a "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino, il 12 gennaio scorso.
Un po' di freddo culturale investe oggi 16 gennaio la cultura tedesca dopo la candidatura del titolo italiano come "miglior film non inglese".
Un silenzio cala sul successo del film italiano tra le pagine dei quotidiani tedeschi, di quei canali di informazione che si dilungano in parole e servizi attorno all'hollywoodiana premiazione ma che riescono, sorprendentemente, a tacere il successo del film italiano e della rosa degli altri quattro candidati.
Quanto gelo; e non per il clima che, nella meridionale Baviera in cui mi trovo, sta incominciando solo in questi giorni a far abbassare la temperatura praticamente in concomitanza con le nomination a Hollywood e l'assegnazione del Golden Globe a "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino, il 12 gennaio scorso.
Un po' di freddo culturale investe oggi 16 gennaio la cultura tedesca dopo la candidatura del titolo italiano come "miglior film non inglese".
Un silenzio cala sul successo del film italiano tra le pagine dei quotidiani tedeschi, di quei canali di informazione che si dilungano in parole e servizi attorno all'hollywoodiana premiazione ma che riescono, sorprendentemente, a tacere il successo del film italiano e della rosa degli altri quattro candidati.
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