Recensione di Mattia Sangiuliano
Un passato oscuro e
macchiato di sangue da cui è difficile liberarsi si muove sotto la
superficie, grava come un macigno il peso di una colpa che non è la
propria; questo il macabro gioco che il destino conduce ai nostri
danni. “Se guardi troppo a lungo nell'abisso, l'abisso guaderà
dentro di te” è la frase nietzscheana colta a pennello per la
storia scritta da Matteo Casali. Dylan segue nel baratro di
una memoria soggiogata e offesa, il suo nuovo cliente: Holden –
come quel giovane protagonista del romanzo di Salinger,
esatto. Peculiarità di questo cliente? Una forte ipertimesia,
sindrome che gli permette di ricordare tutto, fino al più piccolo
dettaglio della sua vita ma che, in maniera distorta, gli consente
anche di sintonizzarsi con alcuni killer. E di vivere i loro omicidi.