mercoledì 18 gennaio 2017

La Contessa e l'associazionismo a Falconara tra XIX e XX secolo.

di Mattia Sangiuliano

Il 14 gennaio, a Falconara Marittima, nell'ambito del ciclo di iniziative che vanno sotto il nome di Grand Tour Cultura, patrocinato dal MAB - Musei Archivi Biblioteche, i ragazzi del Servizio Civile Nazionale impiegati nell'Archivio Storico e nel Museo della Resistenza della città, hanno aperto i sotterranei di Palazzo Bianchi, accogliendo la cittadinanza all'interno di un suggestivo itinerario volto a gettare un ponte tra le due istituzioni. Questo è l'intervento che ho offerto alla cittadinanza.

La Contessa Baldini e il capitano Calcagno rivivono grazie alla collaborazione della "Accademia di danze ottocentesche"
PH: Federico Cerioni

Abbiamo ritenuto fondamentale, per l'archivio storico, nonché per la città di Falconara, ricordare, attraverso il suo importante lascito, una figura che, nella prima decade del '900 si è spesa per questa città, investendo tempo e risorse. Il lascito materiale di questa figura è racchiuso in larga parte presso il nostro archivio storico, non sotto forma di faldoni o di carte d'archivio propriamente dette, ma attraverso molti dei volumi che potete vedere a scaffale.

La figura in questione è conosciuta come la Contessa Polissena Baldini-Calcagno. Figlia di una nobildonna rintracciata, attraverso i documenti disponibili, nella persona di una certa Eugenia Rocci e di un nobile anconetano, il conte Enrico Baldini; le scarne vicende anagrafiche della contessa sono arrivate a noi per via traversa, scandagliando il materiale di archivio e attraverso il riordino del fondo bibliografico storico giunto in questa sede nei primi anni del duemila.

La contessa nasce nel 1863, di nobili origini, ha avuto una formazione secondo i canoni della facoltosa famiglia dalla quale proveniva. Legami che si stringono a doppio giro alla nobiltà dell'epoca dal momento che si mariterà con un esponente di questa aristocrazia (verosimilmente-nda) settentrionale; uomo di stampo militaresco ma non di minor cultura, il maggiore Roberto Calcagno. Molti libri del fondo, in fattispecie quelli in lingua, tedesca e francese, portano la sua stessa firma – ex libris.

Il ritratto che siamo riusciti a dare è quello di una figura dotata di una grande sensibilità, colta e raffinata; questo quadro è stato tracciato osservando il suo lascito, in particolar modo la consistenza dei volumi in lingua francese che possedeva e leggeva. I tratti salienti di questi aspetti culturali sono ovviamente mutuati dagli stretti legami che la contessa intratteneva, essendo inserita a pieno titolo nei salotti della nobiltà piemontese.

La Falconara in cui la Polissena si trova, verosimilmente in villeggiatura, assieme alla nobiltà che, tra fine XIX secolo e inizio '900 frequenta il litorale e le spiagge sabbiose della località balneare, è una cittadina tutt'altro che provinciale. Vero e proprio snodo, per la sua collocazione centrale, grazie allo sviluppo della stazione ferroviaria, attira un gran numero di lavoratori che diretti ad Ancona o a Foligno, se non da Roma, sostano qua. Lo sviluppo del turismo balneare è di questo periodo.

Come sempre accade, come accadeva ai tempi della contessa – ma anche prima – e come avviene tuttora, sulle vie di comunicazione non transitano solo cose e persone, ma anche idee. Falconara, in quegli anni è un'importante fucina, un vero e proprio cantiere progressista o, se si vogliono mettere un attimo da parte le metafore industriali, una casa in cui trovano alloggio uomini di vari orientamenti politici, che tramutano il loro impegno in un'intensa attività sociale.

Repubblicani, mazziniani, socialisti, anarchici e progressisti di vario schieramento caratterizzano il vivace panorama politico ma soprattutto culturale di questo periodo. L'associazionismo in generale fa saltare molte barriere sociali sino a tutto l'ottocento ritenute inattaccabili; per una causa comune vediamo vari ceti sociali, uomini di varia provenienza, unirsi con un dichiarato intento: fornire assistenzialismo per i loro compagni, senza dimenticare altre iniziative di pubblica utilità.

Caso esemplare quello delle società di Mutuo Soccorso che sono attive sul territorio, tra Falconara Marina, Alta e Castelferretti, società Maschile e Femminile; si forma uno stretto e fruttuoso sodalizio tra individui che vede nel corso del tempo, aumentare il proprio numero di iscritti, fornendo integrazioni per disoccupati, assistenza ai malati o servizi di maternità, nonché acquisire un ruolo centrale per la vita cittadina sotto il profilo di una serie di fortunate iniziative culturali.

Ritroviamo così la contessa Polissena figurare come prima presidentessa della Società Operaia di Mutuo Soccorso femminile, costituitasi nel novembre del 1901 e giuridicamente nel 1902, intenta a dare il suo contributo per il progresso della società, partecipa in prima linea alle iniziative di questo periodo organizzando pesche di beneficenza e balli; più in generale hanno luogo in questo periodo iniziative assistenziali straordinarie che trovano posto accanto ai servizi ordinari dell'associazione.

La contessa Polissena Baldini si spegne a Roma il 13 maggio 1912, dopo lunghe sofferenze dovute alla malattia. In archivio è contenuto l'invito alle celebrazioni a suffragio della contessa, la cui salma fu inviata a Falconara il giorno dopo la sua scomparsa, secondo quanto aveva espresso. Questo dimostra quanto fosse legata alla terra natia scegliendo Falconara come luogo del suo eterno riposo ed è tutt'ora tumulata in un modesto sepolcro nella parte storica del cimitero comunale.

Ci piace pensare che il lascito della contessa Polissena e di suo marito Roberto Calcagno, della biblioteca di famiglia, possa essere interpretato come l'ultimo atto di un'appassionata vicenda umana che aveva tra i suoi obiettivi non una cultura ripiegata su sé stessa ma fosse portatrice di una nobiltà di intenti, non una nobiltà data dal sangue, dunque aperta verso l'altro, verso il progresso sociale; un servizio civico mai autoreferenziale, volto a migliorare la condizione di vita del prossimo.

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