recensione di Mattia
Sangiuliano
La scala di grigi che
tinge le storie – e i tratti – dell'indagatore dell'incubo, ben
si presta a questa tipologia di racconto che ha per oggetto proprio
il grigio squallore della vita umana burocraticamente vista come
oggetto, ingranaggio sostituibile di un meccanismo impazzito, ma
perfetto, proprio nel suo macabro e disumano funzionamento. L'essere
dis-umanizzato non è che numero gettato in pasto al dio della
produzione, che tutto serializza e ottimizza; uomo, dunque, come mero
produttore e consumatore; queste le uniche due caratteristiche
“sociali” a lui riconosciute.