giovedì 16 gennaio 2014

"La grande bellezza" del silenzio teutonico

di Mattia Sangiuliano

Quanto gelo; e non per il clima che, nella meridionale Baviera in cui mi trovo, sta incominciando solo in questi giorni a far abbassare la temperatura praticamente in concomitanza con le nomination a Hollywood e l'assegnazione del Golden Globe a "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino, il 12 gennaio scorso.
Un po' di freddo culturale investe oggi 16 gennaio la cultura tedesca dopo la candidatura del titolo italiano come "miglior film non inglese".

Un silenzio cala sul successo del film italiano tra le pagine dei quotidiani tedeschi, di quei canali di informazione che si dilungano in parole e servizi attorno all'hollywoodiana premiazione ma che riescono, sorprendentemente, a tacere il successo del film italiano e della rosa degli altri quattro candidati.

Tanto silenzio attorno al film italiano forse perché aspramente criticato già nel maggio scorso proprio dall'opinione e dai salotti tedeschi che vivono simbionticamente accanto a certa parte dell'informazione mediatica.
Un giudizio che forse pesa ancora di più proprio per questo misterioso silenzio che avvolge la pellicola di Sorrentino.

Un freddo silenzio che si fa palpabile sulle pagine online dello Spiegel che invece di rispecchiare un successo, come vorrebbe il suo nome (der Spiegel vuol dire lo specchio), risulta essere il più taciturno organo di informazione che, dopo profondendo parole attorno alla premiazione prediligendo i grandi titoli candidati accanto ai grandi nome internazionali, in uno scarno elenco puntato compaiono i fratelli Coen (Brüder Coen), Martin Scorsese e Robert Redford. Niente sullo Spiegel.

Qualcosa di più si trova sul die Zeit (letteralmente il tempo). Apre la pagina online un servizio riguardante il sito di porn streaming conosciuto con il nome di Red Tube, proseguono vari articoli che sapientemente riescono a mescere storia e informazione, economia e attualità, tendenza e sport. Arriviamo alla sezione Politik, seguita da Wirtschaft (economia) e, finalmente, sotto a Gesellschaft (società), spicca un Kultur con la "K" maiuscola.
Proprio in questa sezione campeggia un significativo titolo "Keine Deutschen unter Oscar-Nomination" (nessuna nomination agli Oscar per i tedeschi). Si può così leggere un lungo articolo che parla dello sconfitto titolo tedesco, cui segue l'accorpamento di sei titoli nominati nel gruppo dedicato ai titoli in lingua non inglese. Proprio in questo gruppo di titoli spicca Die große Schönheit - La grande bellezza, tra il danese Die Jadge e il cinese The grandmaster, da Hong Kong.
Poco davvero poco, considerando persino che quest'ultimo titolo (The grandmaster), come si legge sulle pagine del Corriere della sera, sia stato di fatti escluso.

Un ulteriore passo avanti spicca dal sito della nota Süddeutsche Zeitung, per un articolo su cui campeggiano i due titoli favoriti di "American Hustle" e "Gravity", sotto l'immagine di una scena tratta da quest'ultimo film. Nel corpo dell'articolo, in cui spiccano quattro righe e due parole allo sconfitto tedesco "Zwei Leben", fanno altre quattro righe e due parole che racchiudono tutti e sei i titoli nominati, includendo ancora una volta il cinese "The grandmaster".
Dopo l'elenco del premio assegnato alla miglior regia, al miglior attore, alla migliore attrice, al miglior attore non protagonista e alla miglior attrice non protagonista, finalmente, si possono leggere i cinque nominati, come citati dal Corriere.
E solo ai due titoli Die große Schönheit - La grande bellezza, e al danese Die Jadge (considerato unico rivale del titolo italiano), sono concesse due modeste pagine extra per gli approfondimenti di rito; Rom, geschlossene Stadt (Roma, città chiusa) è il significativo titolo che la bavarese Süddeutsche Zeitung dedica all'approfondimento del film di Paolo Sorrentino. Molto più in linea con gli approfondimenti che il Corriere è solito tributare ad eventi nazionali, che non al freddo silenzio di tutti gli altri mezzi di informazione tedesca.

Ma in fondo, forse, questo è solo tanto silenzio per nulla.

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