Ille nihil dubitat qui nullam scientiam habet.
L’ignorante non ha mai dubbi.
«Non ti stai divertendo?»
«Come scusa?»
«Ti ho chiesto: non ti stai
divertendo?»
«Si, si. Molto»
Il ragazzo sorride.
«Sei una pessima bugiarda, lo sai?»
La ragazza distoglie lo sguardo e
torna ad osservare le stelle. È una notte limpida, il cielo terso rivela tutte
le piccole luminescenze che solitamente cela dietro le spesse coltri di nubi.
«Sei preoccupata?» Domanda il ragazzo
con un tono di voce carico di apprensione.
La ragazza si sistema la mascherina
chirurgica che le copre il naso e la bocca. Mentre lo fa si rende conto che
quel gesto equivale ad una risposta affermativa.
Se ne rende conto anche il ragazzo.
«Mi dispiace dice lui non avrei dovuto
trascinarti qua. È stato un errore. Se vuoi andare via ti capisco e non ti
biasimo»
«Non so se voglio andare via» dice la
ragazza «è solo che c’è qualcosa di strano. Tutto qua»
«In che senso? È colpa della festa?»
«Sono quasi due mesi che non metto il
naso fuori di casa ed ora questo… tutto questo! Mi sembra tutto strano. Fuori
della norma. Tutto qua… E poi ci sei tu»
«Io?» domanda il ragazzo con
un’espressione interrogativa sul volto.
«Si tu» dice lei arrossendo.
«Perché io?»
La ragazza sorride dietro la
mascherina «ci conosciamo di vista da diverso tempo, la solita storia de “gli
amici degli amici” poi, a inizio quarantena cominci a rispondere alle mie
storie su instagram»
«Era un modo per passare il tempo.
Colpa della noia da lockdown» cerca di minimizzare lui.
«E poi, al tempo, eri ancora fidanzato
se non sbaglio. Giusto?» dice lei, abbassando lo sguardo dalle stelle per
osservare la sua reazione.
Il ragazzo si stringe nelle spalle «sì
però, come ti avevi già detto, non andava poi così bene. La lontananza e la
quarantena hanno fatto il resto. Credo fosse destino»
Scende un silenzio imbarazzato tra i
due.
«Destino» ripete lei «sembra quasi che
non abbiamo scelta. Prima il virus, poi la quarantena. I DPCM de governo, le
mascherine…»
Mentre lo dice si tocca la mascherina
con un gesto di stizza. Fa per toglierla ma ci ripensa e invece se la sistema
accertandosi che gli elastici stiano ben tirati sul retro.
Approfitta di quel gesto per
massaggiarsi le tempie e la nuca. Il mal di testa che la accompagna da due
giorni sembra averle dato un po’ di tregua. Forse è merito dell’aria fresca che
sta respirando.
«La paura» mormora lei dopo un po’.
«La paura» ripete lui appoggiandosi
alla ringhiera.
La festa alle loro spalle continua imperterrita
ma non ci fanno caso. Le note dei bassi sparati a tutto volume dalle casse
giungono sino a loro ovattate ma decise.
Nella casa di campagna in cui si
trovano si sono radunati una trentina di ragazzi grazie al passaparola. E altri
ne continuano ad arrivare portando alcolici di vari tipi e gradazioni.
Alcuni hanno predisposto un falò già nel
tardo pomeriggio. Altri hanno predisposto un dj set in piena regola con tanto
di consolle.
«Grazie Conte!» urla qualcuno con un
bicchiere colmo di qualche bevuta improvvisata.
«Vaffanculo Giuseppe!» risponde
qualcun altro «beccati ‘sto party privato!». Segno evidente che le opinioni
politiche dei partecipanti divergono nonostante il terreno comune della festa.
«Congiunti con l’alcol!» urla un altro
attaccandosi ad una bottiglia di gin.
La ragazza torna a guardare le stelle.
Sente che il mal di testa potrebbe saltare fuori da un momento all’altro. Già
sente un leggero formicolio alla base della nuca. Che sia solo suggestione?
«Io non ho paura» dice il ragazzo dopo
un po’ «se deve succedere qualcosa può succedere in qualunque momento. Secondo
me non ha più senso stare chiusi in casa. Due mesi sono stati un periodo più
che sufficiente»
La ragazza si mette a ridere senza
distogliere lo sguardo dalle stelle «Eppure non sembravi di questo parere
quando condividevi foto con l’hashtag #iorestoacasa!»
Il ragazzo tentenna, visibilmente
preso in contropiede.
«Vabbè ma che c’entra?! Quello lo
facevano tutti!»
«Ah, non sapevo tu fossi “tutti”»
replica lei ridendo.
La risata acuisce il leggero formicolio
che sentiva dietro la testa. Il mal di testa torna a farsi sentire.
Il ragazzo farfuglia qualcosa contro
le mode ma risulta poco credibile anche alle proprie orecchie infatti si
zittisce e torna ad appoggiarsi mestamente alla ringhiera.
«Non volevo offenderti» dice lei.
«Tranquilla, non mi sono offeso»
rassicura lui «è solo che ho cambiato idea»
«In che senso? Come si può cambiare
idea su una pandemia?»
«Semplice: il peggio è passato, per
questo il governo ha decretato di aprire nuovamente tutto»
«Ma il governo non sta riaprendo
tutto» replica lei calzando le parole non e tutto.
«Però ha incominciato» replica il
ragazzo facendo un passo verso di lei. La ragazza non si allontana.
Il calore che sente dentro il petto
aumenta sensibilmente. Si sente le mani sudate nonostante là fuori non faccia
poi così caldo. Possibile che questo ragazzo le faccia questo strano effetto?
Si sente stanca, percepisce le gambe
flosce. Si appoggia ancora più saldamente alla ringhiera ma, per quanto si
sforzi, non riesce a stringere con maggiore forza la balaustra in ferro
battuto.
«Ma non siamo ancora al sicuro» dice
lei in un sussurro.
«Io mi sento al sicuro» replica lui
avvicinandosi ancora un po’.
Allunga delicatamente la mano e sfiora
i capelli della ragazza. Le dita della mano sono fredde se paragonate alla sua
temperatura corporea, la fanno rabbrividire; eppure non si sottrae a quel
tocco.
Dopo averle accarezzato delicatamente
la fronte il ragazzo le abbassa delicatamente la mascherina. Quel tipo di
spoliazione lascia la ragazza quasi stordita. È un gesto sensuale al quale non
si sottrae, spera che il ragazzo non si faccia una strana idea.
Espirando vede una piccola nube di
vapore disperdersi nella distanza, sempre più esigua, che separa le sue labbra
da quelle del ragazzo che l’ha invitata ad uscire quel 4 maggio per celebrare
l’inizio della fase due con una festa abusiva lontano dalla città.
«Aspetta» facendo appello a tutta la
sua forza di volontà la ragazza riesce ad emettere quell’unica parola che suona
timida e poco decisa.
«Cosa? La fase tre?» dice lui
sorridendo.
Anche la ragazza sorride. Sorride
nonostante non trovi quella battura particolarmente divertente. Sorride
nonostante senta gli occhi iniziare a bruciarle. Sorride mentre il ragazzo la
bacia e ride ancora mentre ricambia il suo bacio.
«Che bocca calda che hai» dice lui
sorridendo dolcemente.
Lei non sa se deve prenderlo come un
complimento o come una semplice constatazione. Effettivamente sente caldo. Eppure
come mai inizia sentire anche un brivido sottile ma insistente che le fa il
solletico lungo la spina dorsale?
«Ho solo bisogno di bere qualcosa. Ho
una sete tremenda»
«Anche io» dice il ragazzo mentre le
cinge la spalla con un braccio. Sotto il suo tocco sente il corpo di lei scosso
da un brivido «andiamo dagli altri vicino al fuoco. Non vorrei tu ti prenda
un’influenza»
«Già, un’influenza» ripete lei
pensando al termometro che ha lasciato sul comodino prima di uscire di casa.
I due si avvicinano al resto della
comitiva.
Mentre la ragazza fa sparire la
mascherina nella tasca del giubbetto si sente leggermente meno in colpa. Forse
il 37 che è comparso sul termometro era solo frutto di una leggera influenza.
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