martedì 5 maggio 2020

Fase due

racconto di Mattia Sangiuliano


Ille nihil dubitat qui nullam scientiam habet.
L’ignorante non ha mai dubbi.




«Non ti stai divertendo?»
«Come scusa?»
«Ti ho chiesto: non ti stai divertendo?»
«Si, si. Molto»
Il ragazzo sorride.
«Sei una pessima bugiarda, lo sai?»
La ragazza distoglie lo sguardo e torna ad osservare le stelle. È una notte limpida, il cielo terso rivela tutte le piccole luminescenze che solitamente cela dietro le spesse coltri di nubi.
«Sei preoccupata?» Domanda il ragazzo con un tono di voce carico di apprensione.
La ragazza si sistema la mascherina chirurgica che le copre il naso e la bocca. Mentre lo fa si rende conto che quel gesto equivale ad una risposta affermativa.
Se ne rende conto anche il ragazzo.
«Mi dispiace dice lui non avrei dovuto trascinarti qua. È stato un errore. Se vuoi andare via ti capisco e non ti biasimo»
«Non so se voglio andare via» dice la ragazza «è solo che c’è qualcosa di strano. Tutto qua»
«In che senso? È colpa della festa?»
«Sono quasi due mesi che non metto il naso fuori di casa ed ora questo… tutto questo! Mi sembra tutto strano. Fuori della norma. Tutto qua… E poi ci sei tu»
«Io?» domanda il ragazzo con un’espressione interrogativa sul volto.
«Si tu» dice lei arrossendo.
«Perché io?»
La ragazza sorride dietro la mascherina «ci conosciamo di vista da diverso tempo, la solita storia de “gli amici degli amici” poi, a inizio quarantena cominci a rispondere alle mie storie su instagram»
«Era un modo per passare il tempo. Colpa della noia da lockdown» cerca di minimizzare lui.
«E poi, al tempo, eri ancora fidanzato se non sbaglio. Giusto?» dice lei, abbassando lo sguardo dalle stelle per osservare la sua reazione.
Il ragazzo si stringe nelle spalle «sì però, come ti avevi già detto, non andava poi così bene. La lontananza e la quarantena hanno fatto il resto. Credo fosse destino»
Scende un silenzio imbarazzato tra i due.
«Destino» ripete lei «sembra quasi che non abbiamo scelta. Prima il virus, poi la quarantena. I DPCM de governo, le mascherine…»
Mentre lo dice si tocca la mascherina con un gesto di stizza. Fa per toglierla ma ci ripensa e invece se la sistema accertandosi che gli elastici stiano ben tirati sul retro.
Approfitta di quel gesto per massaggiarsi le tempie e la nuca. Il mal di testa che la accompagna da due giorni sembra averle dato un po’ di tregua. Forse è merito dell’aria fresca che sta respirando.
«La paura» mormora lei dopo un po’.
«La paura» ripete lui appoggiandosi alla ringhiera.
La festa alle loro spalle continua imperterrita ma non ci fanno caso. Le note dei bassi sparati a tutto volume dalle casse giungono sino a loro ovattate ma decise.
Nella casa di campagna in cui si trovano si sono radunati una trentina di ragazzi grazie al passaparola. E altri ne continuano ad arrivare portando alcolici di vari tipi e gradazioni.
Alcuni hanno predisposto un falò già nel tardo pomeriggio. Altri hanno predisposto un dj set in piena regola con tanto di consolle.
«Grazie Conte!» urla qualcuno con un bicchiere colmo di qualche bevuta improvvisata.
«Vaffanculo Giuseppe!» risponde qualcun altro «beccati ‘sto party privato!». Segno evidente che le opinioni politiche dei partecipanti divergono nonostante il terreno comune della festa.
«Congiunti con l’alcol!» urla un altro attaccandosi ad una bottiglia di gin.
La ragazza torna a guardare le stelle. Sente che il mal di testa potrebbe saltare fuori da un momento all’altro. Già sente un leggero formicolio alla base della nuca. Che sia solo suggestione?
«Io non ho paura» dice il ragazzo dopo un po’ «se deve succedere qualcosa può succedere in qualunque momento. Secondo me non ha più senso stare chiusi in casa. Due mesi sono stati un periodo più che sufficiente»
La ragazza si mette a ridere senza distogliere lo sguardo dalle stelle «Eppure non sembravi di questo parere quando condividevi foto con l’hashtag #iorestoacasa!»
Il ragazzo tentenna, visibilmente preso in contropiede.
«Vabbè ma che c’entra?! Quello lo facevano tutti!»
«Ah, non sapevo tu fossi “tutti”» replica lei ridendo.
La risata acuisce il leggero formicolio che sentiva dietro la testa. Il mal di testa torna a farsi sentire.
Il ragazzo farfuglia qualcosa contro le mode ma risulta poco credibile anche alle proprie orecchie infatti si zittisce e torna ad appoggiarsi mestamente alla ringhiera.
«Non volevo offenderti» dice lei.
«Tranquilla, non mi sono offeso» rassicura lui «è solo che ho cambiato idea»
«In che senso? Come si può cambiare idea su una pandemia?»
«Semplice: il peggio è passato, per questo il governo ha decretato di aprire nuovamente tutto»
«Ma il governo non sta riaprendo tutto» replica lei calzando le parole non e tutto.
«Però ha incominciato» replica il ragazzo facendo un passo verso di lei. La ragazza non si allontana.
Il calore che sente dentro il petto aumenta sensibilmente. Si sente le mani sudate nonostante là fuori non faccia poi così caldo. Possibile che questo ragazzo le faccia questo strano effetto?
Si sente stanca, percepisce le gambe flosce. Si appoggia ancora più saldamente alla ringhiera ma, per quanto si sforzi, non riesce a stringere con maggiore forza la balaustra in ferro battuto.
«Ma non siamo ancora al sicuro» dice lei in un sussurro.
«Io mi sento al sicuro» replica lui avvicinandosi ancora un po’.
Allunga delicatamente la mano e sfiora i capelli della ragazza. Le dita della mano sono fredde se paragonate alla sua temperatura corporea, la fanno rabbrividire; eppure non si sottrae a quel tocco.
Dopo averle accarezzato delicatamente la fronte il ragazzo le abbassa delicatamente la mascherina. Quel tipo di spoliazione lascia la ragazza quasi stordita. È un gesto sensuale al quale non si sottrae, spera che il ragazzo non si faccia una strana idea.
Espirando vede una piccola nube di vapore disperdersi nella distanza, sempre più esigua, che separa le sue labbra da quelle del ragazzo che l’ha invitata ad uscire quel 4 maggio per celebrare l’inizio della fase due con una festa abusiva lontano dalla città.
«Aspetta» facendo appello a tutta la sua forza di volontà la ragazza riesce ad emettere quell’unica parola che suona timida e poco decisa.
«Cosa? La fase tre?» dice lui sorridendo.
Anche la ragazza sorride. Sorride nonostante non trovi quella battura particolarmente divertente. Sorride nonostante senta gli occhi iniziare a bruciarle. Sorride mentre il ragazzo la bacia e ride ancora mentre ricambia il suo bacio.
«Che bocca calda che hai» dice lui sorridendo dolcemente.
Lei non sa se deve prenderlo come un complimento o come una semplice constatazione. Effettivamente sente caldo. Eppure come mai inizia sentire anche un brivido sottile ma insistente che le fa il solletico lungo la spina dorsale?
«Ho solo bisogno di bere qualcosa. Ho una sete tremenda»
«Anche io» dice il ragazzo mentre le cinge la spalla con un braccio. Sotto il suo tocco sente il corpo di lei scosso da un brivido «andiamo dagli altri vicino al fuoco. Non vorrei tu ti prenda un’influenza»
«Già, un’influenza» ripete lei pensando al termometro che ha lasciato sul comodino prima di uscire di casa.
I due si avvicinano al resto della comitiva.
Mentre la ragazza fa sparire la mascherina nella tasca del giubbetto si sente leggermente meno in colpa. Forse il 37 che è comparso sul termometro era solo frutto di una leggera influenza.

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