Ecco una selezione di dieci canzoni depressive che NON bisogna ascoltare in caso di isolamento prolungato e forzato.
Di Mattia Sangiuliano
La musica accompagna la nostra vita,
le nostre giornate; molto spesso le canzoni delle nostre playlist sono una vera
e propria colonna sonora che scandisce la nostra routine. Da quando saliamo in
macchina per andare a lavorare o quando prendiamo l’autobus o il treno per
recarci a lezione, fino a quando non rientriamo a casa – e spesso fino a notte inoltrata –,
la musica ha sempre un posto di primo piano nelle nostre vite.
Quante volte abbiamo sintonizzato
le casse della macchina su quel pezzo prima ancora di mettere in moto? Quanto
frequentemente schiacciamo play e non apriamo la porta finché le cuffie non cominciano
a pompare quella canzone che ci piace? E le volte in cui ci siamo svegliati con un brano che ci rimbomba nella
testa? Quanto spesso, durante le uscite con gli amici, estraiamo Shazam per
svelare il misterioso titolo di quella traccia in filodiffusione?
Le note delle canzoni che
ascoltiamo suscitano in noi sentimenti ed emozioni talvolta forti e
travolgenti che si ricavano una comoda nicchia tra la pelle e la nostra anima. Le sensazioni e le impressioni inoltre possono riemergere ad ogni ascolto: sono riflessi mnemonici della prima volta che abbiamo ascoltato quel determinato
pezzo, ad esempio assieme a quella certa persona. Oppure – e questa è una
categoria estremamente florida – sono musiche in cui ci perdiamo per il gusto
di ascoltarle assecondando uno stato emotivo contingente.
La musica non è solo un distillato inesausto di felicità; la musica è anche un amaro calice che ci accostiamo spontaneamente alle labbra. Ci sono canzoni che parlano
di angoscia, che trasmettono un sottile senso di disagio a cui non possiamo – o vogliamo – sottrarci. Mentre ascoltiamo una canzone di questo tipo sentiamo che qualcosa
dentro di noi si inclina lentamente, muta, cambia pendenza; sappiamo quale sarà l'epilogo – presagiamo che potremo finire in pezzi – eppure non possiamo
sottrarci a quello stillicidio di malinconia distillata in note e parole
depressive. Spesso cerchiamo deliberatamente quella sensazione di nostalgia quasi
masochista.
Ecco una selezione di dieci canzoni depressive che NON bisogna ascoltare in caso di isolamento prolungato e forzato. Se non volete finire riversi nella vasca da bagno con i polsi recisi o penzolare dal vostro balcone tra le 18 e le 19, orario di punta per l’unica socializzazione degli over 60 del vostro vicinato, NON proseguite la lettura di questo articolo. La redazione declina ogni responsabilità in merito alla eventuale vostra dipartita.
Se sopravvivete a questa
selezione potrò chiamarvi sorelle e fratelli.
E ora andiamo a cominciare.
10. Little drop of poison – Tom Waits
La voce roca del menestrello
Waits non poteva mancare in questa playlist. Canzone non proprio depressiva ma
che calza come un guanto al contesto storico che stiamo vivendo; estremamente
attuale quel suo verso che dice “I like my town, with a little drop of poison”,
riflette tutto il rancore che questa pandemia è riuscita a coagulare verso
ciclisti e corridori vari, in ogni città del nostro amato Bel Paese. Fossi un
rider mi sarei già segato la giugulare con la catena dalla mia inutilizzabile
bicicletta.
9. Tannhäuser – Wagner
Se conoscete Wagner solo per Der Walkürenritt – o come la chiamano i plebei: La cavalcata delle valchirie
– non siete nessuno. Lasciate che il crescendo di archi e corni del Tannhäuser
vi accompagnino fino al 4 aprile, il fatidico giorno in cui scoprirete che la
quarantena non è finita ma che verrà prolungata, con buona pace dell’agnello
pasquale. Grazie per queste note Maestro, grazie.
Ps. Hitler apprezzava Wagner, Hitler
si è suicidato… insomma, risolvete voi il resto dell’equazione.
8. Illusion of you – Jihae
Jihae l’ho scoperta veramente da
poco. Non riesco a capire come ho fatto a passare tutte quelle relazioni
troncate senza le sue melodie nelle orecchie ed un pacco famiglia di fazzoletti
Tempo stretti al petto in cerca di vana consolazione in preda ad amari singulti.
Illusion of you è melanconia pura. Ottima per la vostra quarantena in
memoria della libertà perduta.
7. Where the wild roses grow – Nick Cave & Kylie Minogue
Nick Cave ci delizia con una
canzone straziante, come tutte le sue canzoni d’amore, ha un tragico epilogo:
finisce che ci scappa il morto. Visto che, causa coabitazione coatta, i litigi
domestici stanno registrando una vertiginosa impennata è una canzone
tristemente attuale.
6. In the dark places – P. J. Harvey
Il genio indiscusso della Harvey si
sostanzia in canzoni che celebrano idilliache nozze tra melodie angosciose e dal tono decadente, scandite dal suo timbro graffiante ed acuto che sale in un crescendo
micidiale, con tematiche drammatiche e crude. Nella canzone In the dark
places si parla di un mondo divorato dalla guerra. Un mondo oscuro in cui
non c’è spazio per la speranza. Affilate i rasoi ma non per radervi.
5. Fragile – God is an astronaut
Dall’Irlanda con furore i God
is an astronaut portano sulla scena una musica strumentale degna delle
migliori depressioni fuori dell’adolescenza. Il post-rock dei God is an
astronaut è perfetto per ogni occasione: rotture sentimentali, litigi domestici o in memoria del nostro amato criceto finito giù per lo scarico. In caso di
pandemia si consiglia l’ascolto a temperatura ambiente.
4. Con-science – Muse
I primi Muse ci andavano giù
pesante. Il testo particolarmente scialbo di Con-science passa in secondo piano, punto forte della traccia è la sua melodia lacrimosa già da quel pianoforte solitario che apre la canzone:
un “lasciate ogni speranza o voi che entrate” degno di un infernale e gemebondo
girone dantesco. Tutte le Time is running out o le Hysteria non
potranno farvi riprendere dopo questo brano. Non c’è redenzione dopo questa
traccia.
3. Pagan poetry – Björk
Apriamo il podio della depressione con un'artista che, in fatto di piagnistei ha tutte le carte in regola per farvi perdere la speranza di tornare ad avere una vita normale. L’islandese regina delle mattonate
sugli zebedei non poteva di certo mancare in questa playlist con un componimento
cantilenante in pieno stile Björk. Finita la pandemia scenderemo nelle piazze per una
raccolta firme che, in caso di futura quarantena, faccia inibire Björk dai
servizi di musica in streaming. Adorabile tanto quanto sfilaccia polsi. Quindi molto.
2. Song to say goodbye – Placebo
Sprofondiamo ancora più a fondo verso gli
abissi delle testate contro il muro e del mascara scolato con un classico
depressivo firmato da una band britannica che di capocciate contro i muri ce ne
fa tirare tante. Song to say goodye dei Placebo è il non plus ultra della
modalità ariete contro gli stipiti delle porte. E se l’avete già ascoltata dopo
aver avuto due appendici da ariete sulla vostra testa per l’ultima vostra
storia – sapete a cosa mi riferisco – sapete che è la canzone adatta ad ogni crisi.
1. Exit Music (For a film) – Radiohead
Medaglia d'oro della depressione la tributo ben volentieri ad una band che apprezzo molto. I Radiohead di lacrimoni e
di disagio intergenerazionale se ne intendono. Avrei potuto giocare sporco con
una classicissima Paranoid Android ma la sottigliezza di Exit Music (for
a film) la rende un bel magone che si attorciglia in gola durante l’ascolto
e quel “that you choke” (che tu soffochi) ripetuto ossessivamente fa già
assaporare il nodo scorsoio attorno al collo. Sublime.
Inutile dire che questa è una TOP 10 tutta personale che mi ha accompagnato, salvo qualche eccezione, per gran parte delle mie crisi esistenziali.
E voi? Siete d'accordo con queste 10 canzoni depressive? Quali brani NON consigliate di ascoltare in caso di quarantena?
Inutile dire che questa è una TOP 10 tutta personale che mi ha accompagnato, salvo qualche eccezione, per gran parte delle mie crisi esistenziali.
E voi? Siete d'accordo con queste 10 canzoni depressive? Quali brani NON consigliate di ascoltare in caso di quarantena?
Italiani? Ciampi, Tenco...
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