Recensione di Mattia Sangiuliano
Orrori esoterici ultraterreni degni di Lovecraft e sequenze filmiche alla Nolan: torna in tutto il suo splendore la Meteora che distruggerà il mondo. Obbligatorio tenersi saldamente per non accusare mal di mare.
Paola Barbato tiene stabilmente le redini di questo ciclo della meteora, il soggetto di
questo mese porta ancora una volta la sua inconfondibile firma; si sente però
anche la collaborazione di Roberto Recchioni,
curatore di Dylan Dog, ideatore della rivoluzione che minaccia di stravolgere l’universo
dell’inquilino di Craven Road n° 7 in questo ultimo ciclo di sua ideazione. Proprio
in questa storia troviamo un assaggio che porta il vento della Rivoluzione. O se
preferite: dell’Apocalisse.
Soggetto a quattro mani dunque per
una storia che riporta prepotentemente la trama principale sulla scena, dipingendo
un’aria da “fine del mondo” scomodando entità ultraterrene ed orrori
innominabili di lovecraftiana memoria. Il nostro Indagatore dell’Incubo non
sarà però da solo ma coadiuvato da una squadra di improvvisati eroi muniti di
talismani in grado di piegare la realtà, portando una ventata di novità tra le
pagine di questo albo per una storia ricca di azione.
Le scure tavole di Paolo Martinello ritraggono
egregiamente l’orrore che il solitario di Providence ha voluto evocare nelle sue
storie. Il nero campeggia senza appesantire la lettura. Le distorsioni che
sembrano evocare il cinema sci-fi alla Nolan disorientano il lettore solo in un
primo momento: perfettamente bilanciate offrono un felice connubio con l’universo
orrorifico qui presentato e un’inedita resa mai sperimentata su questa testata.
Martinello riesce a tenere testa alla gabbia bonelliana che qui si fa sentire
come non mai.
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