Recensione di Mattia Sangiuliano
Cosa accadrebbe se il caos minacciasse le nostre vite? Come si comporterebbe il mondo di fronte alla prospettiva dell'apocalisse? Inoltre - e questo è un altro quesito che l’albo di questo mese si pone - i migliori tra noi cosa farebbero di fronte alla prospettiva della fine?
Paola Barbato questo mese scrive
una storia che, prendendo le mosse dall’imminente apocalisse, contribuisce
a tingere a cupe e fosche il clima da fine del mondo che avvolge l’universo di
Dylan Dog. La Barbato pone al centro della sua storia aspetti etici e questioni
morali che, con l'avvicinarsi della catastrofe, spingono le persone – anche i
migliori fra noi – a macchiarsi di gesti e crimini che, in condizioni
moralmente ed eticamente "normali", non sarebbero state capaci di compiere.
Il comparto grafico di questo
mese, per la panoramica discesa nel pulsante magma del caos umano, porta la firma, e il tratto, di una pietra miliare di Casa Bonelli: Giampiero Casertano. Uomo della
vecchia guardia della testata di Dylan Dog, con le sue chine nere, riesce a
rendere la storia decisamente narrativa, chiara ed efficace: ogni tavola è
curata nei minimi dettagli, pulita ed efficace. Il nero di Casertano su sfondi
bianchi riesce a rendere la pregnanza della storia cullando il lettore di
tavola in tavola.
Questo mese l’indagatore
dell’incubo deve far fronte, ancora una volta, alla minaccia che si nasconde
nell’insondabile e spesso contraddittoria natura umana, un baratro imperscrutabile
capace di nascondere le più cupe e tetre follie; così come le più inattese
speranze. Una storia bifronte tipica del nostro Old Boy, capace di guardare
l’umanità con ottimismo anche di fronte alla fine del mondo, nonostante la
barbarie umana ormai imperante minacci la distruzione della società dopo aver
rotto gli argini delle più nobili ossature morali.
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