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René Magritte - Golconda |
Siamo l’armata dei sonnambuli che nascondono le occhiaie
dietro qualche filtro o le giustificano come il frutto maturo della settimana
pesante al secondo moskow mule o dopo lo shot che segue un mojito fidel
allungato con la birra facendoci scudo col fondo del bicchiere deformiamo le
facce attraverso un cannocchiale etilico che porta la marca di un rum che
snobbiamo o di qualche vodka blasonata somministrata miscelata e diluita sotto
un iceberg di ghiaccio che nel gelido inverno del nostro rimpianto ci tira
ancora di più il sorriso e quando non riusciamo più a scrollarci di dosso la
convenzione sociale dei reiterati inni alla salute fingiamo di non essere
devastati da uno tsunami che sciaborda nell’interstizio cavo tra la nostra
anima e l’epidermide che ci riveste giochiamo così una pessima partita
sfoderando la peggiore faccia da poker che non inganna noi stessi: l’unica
persona che di 7 miliardi e spicci – tra cristiani musulmani ebrei sinti e vari
altri senzadio – vorremmo eludere quando infine una vetrina ci rimanda indietro
una sguardo che non combacia con l’immagine di noi che ci eravamo prefissata ci
accorgiamo che più passa il tempo più sbiadiscono le occasioni e l’unica
sicurezza che resta è l’incertezza che ci siamo convinti di dover abbracciare
quindi socchiudiamo sempre di più gli occhi per non guardare l’orizzonte
lontano che una volta volevamo raggiungere a piedi ora rimandiamo ad un eterno
domani quello che avremmo voluto fare oggi e se ieri due mani non bastavano per
contare sulla punta delle dita gli amici con cui condividere una serata adesso
due dita bastano e avanzano per comporre un messaggio da lanciare a qualche
conoscente mentre la lista dei contatti aumenta un vuoto sottile colma una distanza
emotiva siderale proprio con l’anonimo contiguo a noi che pensavamo di conoscere e infine proprio evitando di diventare i nostri genitori siamo invece avvizziti nell’angusto
perimetro di un negativo solarizzato dai contorni bruciati scattato prima della
nostra nascita mentre sempre più rabbiosi e insoddisfatti posticipiamo l’ora
del risveglio non ci rendiamo conto che tutto il tempo che resta al mondo non
ci ridarà mai indietro un’occasione sprecata.
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