recensione di Mattia Sangiuliano.
Nuovo numero di Morgan
Lost (QUI: Morgan Lost n°1) per la Sergio Bonelli Editore, piccola innovazione per
quanto concerne il cast degli autori, in questo secondo numero; ai
disegni troviamo la firma di Giovanni Talami,
storia sempre dell'ideatore del personaggio: Claudio
Chiaverotti all'insegna della
continuità con il numero precedente, il tutto racchiuso dalla
bella e drammatica copertina ad opera del riconfermato, anche per
questo mese, Fabrizio De Tommaso.
Continua l'indagine di
Morgan attorno alla misteriosa nuova serial killer che è scivolata
tra i vicoli della suggestiva e gelida New Heliopolis, e dai ricordi
del nostro cacciatore di taglie, facendo incetta di anime per
l'aldilà. Se il primo capitolo è stato la presentazione del
personaggio stipite della serie, dei volti principali e
dell'ambientazione, mostrando la natura indagatoria che sottende il
modus operandi intuitivo del nostro Lost, in questo secondo giro
nell'universo ucronico partorito da Chiaverotti – seconda parte
della storia dello scorso ottobre – vediamo già da subito qualche
ulteriore chiarimento.
Si chiude il cerchio
aperto attorno alla figura di Morgan Lost, completando l'introduzione
al suo passato lo vediamo avviarsi con più decisione verso il suo
destino, attratto dalla scia di sangue lasciata dalla misteriosa
assassina che, con quella serie di omicidi riconoscibili per la sua
inconfondibile firma, sembra richiamarlo. Una scia di sangue che si
stringe attorno al nostro cacciatore di taglie, in spire sempre più
strette che minacciano e falciano chi gli sta attorno, sulle tracce
di quell'evanescente miraggio di spietata bellezza che si lascia alle
spalle il marchio di una maschera insanguinata.
Morgan si troverà a fare
i conti, per la seconda volta in due mesi, con la polizia segreta del
tempio della burocrazia. Si approfondisce – appena – la funzione
del tempio ma, soprattutto, la figura che si trova rintanata nelle
sue viscere; si fa la conoscenza di un personaggio spietato e poco
raccomandabile quale il noto – e idolatrato – serial killer
conosciuto con il nome di Wallendream e il suo legame con un altro
nuovo personaggio, volto amico per il nostro cacciatore di taglie: la
psicologa Pandora Stillman; un intrico di digressioni colora e
arricchisce la trama di questo secondo albo.
Una
trama ricca e sostanziosa che evita di scadere nel manierismo più
smaccato aggiungendo altra carne nel braciere fumante del primo
antipasto a base de “L'uomo dell'ultima notte”; si
sviluppano gli elementi già accennati approfondendo dove necessario,
tanto quanto basta
reciterebbe una ricetta, condendo il tutto con una spruzzata di
azione all'ingrediente principale dell'indagine, quel pizzico di
godibilità in più a quella gelida metropoli che ospita il nostro
cacciatore di serial killer, e tutti i suoi fantasmi.
Prova superata per Talami
che prende le redini grafiche di questo secondo numero rispettando i
tratti di quel personaggio che stiamo a poco a poco conoscendo – e
apprezzando. Disegni più che buoni, dal tratto deciso e pulito
accanto alla peculiare colorazione dell'albo, scala di grigi e un
rosso capace di riempire gli spazi, fisici o mentali in cui oscilla
il nostro personaggio: per le vie di una turpe New Heliopolis, nel
gorgo di qualche ricordo o di un incubo ad occhi aperti. Una felice
soluzione artistica originale e di rottura con il listino
tradizionale della SBE, capace di
tradursi in momenti di vera godibilità.
Il
dramma della copertina, rintracciabile nell'evoluzione della trama,
si sposa con una buona dose di azione incalzante ben distribuita e
cadenzata che segue l'andamento della storia e dell'indagine del
cacciatore di taglie. Una storia che non conclude, riamane aperta o,
meglio, sospesa sopra il baratro, dopo essersi sporta oltre la
vertigine di una memoria tormentata o rinfocolata, riarsa con i
tizzoni ardenti dei ricordi; albo capace di fomentare qualche
aspettativa di troppo che però, da come fa capire il curatore,
potrebbe non sarà soddisfatta il prossimo mese.
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