venerdì 31 maggio 2013

"L'esercito della libertà"

di Mattia S.


"Stiamo strutturando l’esercito sul territorio nazionale.
Se desideri comandare un reggimento,
impegnarti a gestire gli arruolati della tua zona, a reclutare nuove leve per la causa della difesa di Silvio, a promuovere iniziative e manifestazioni sul tuo territorio e a partecipare attivamente a quelle organizzate a livello centrale,
spedisci una tua foto ed una breve motivazione del perché ami Silvio utilizzando il form qui sotto. Sarai presto contattato dallo staff per essere inserito nel portale.
"

Molte persone che qualche giorno fa hanno letto queste parole si sono messe a ridere. Alcuni hanno pensato ad uno scherzo. Tutte queste ignare persone si sono dovute presto ricredere. Nessuno scherzo, niente candid camera, nessun reality show a sfondo politico; non è saltata fuori nessuna Barbara D'Urso, come un coniglio da un cappello a cilindro, dicendo: “a me sta a cuore”; non è volato nessun tapiro d'oro con tanto di ovazioni pre-registrate. Niente. Solo lo sgomento di molti e la perplessità dei più, di fronte a un sito internet azzurro, estremamente sobrio, semplice per quanto politicamente sopra le righe, con la faccia sorridente di Silvio Berlusconi in primo piano con tanto braccia allargate, nel suo consueto gesto di dispensare una benedizioni o di accogliere un applauso dal pubblico, mentre alle sue spalle campeggia un significativo sfondo mimetico cromaticamente riecheggiante i colori della sua forza politica, sottolineando il carattere politico di un sito, fondato su una tematica paramilitare.

Il sito in questione, come si evince dalle prime informazioni fornite, è stato ideato da Simone Furlan, imprenditore e vecchia amicizia del Cavaliere, che con il suo “Io credo nelle istituzioni tutte, ma pretendo una giustizia non politicizzata” evidenzia senza troppe remore quello che è stato, ed è tuttora, il cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi, quel fulcro di innumerevole campagne politiche che hanno fatto assurgere il caso del Cavaliere ad exemplum del martirizzato uomo-qualunque, preso come bersaglio da un parte della magistratura politicamente militante che, dalle parole del “divo Silvio”, è divenuta il crogiolo del peggior comunismo italiano.

Vecchio e nuovo si uniscono in una amalgama ribollente fatta di retorica pseudo-liberista, mutuando un linguaggio paramilitare, il tutto servito su un portale che ha lo scopo di perpetrare l'eterna lotta di Silvio contro la Magistratura, attraverso una iniziativa para-popolare, fondata su una formale adesione secundum imbandamento tra le fila di volontari cittadini, legionari raccolti attorno alla figura di Berlusconi. Dando la propria adesione al libertario progetto berlusconiano si diviene militanti, la parola d'ordine è quella di un arruolamento volontario, che sottende la condivisione di un intento comune: sottoscrivente gli ideali di Silvio e di questa nuova forza ideologica, parzialmente (e solo formalmente) slegata dal PDL, che vuole difendere il pensiero di Silvio ma, soprattutto, vuole tutelare lo stesso cavaliere.
Gesto politicizzato, messo in bella vista su una piattaforma online che aggiorna ogni 24 ore il numero di adesioni, per la libertà di un uomo che, in pieno accesso di onnipotenza, qualche settimana fa si è permesso di accostarsi a Enzo Tortora, un vero martire che negli anni '80 ha pagato per errori e infamie che fanno inorridire ancora oggi; lo stesso Tortora che ha rinunciato alla propria immunità parlamentare per sottoporsi alla legge, una vittima del più grande caso di malagiustizia che il nostro paese possa annoverare.
Non sono mancate le critiche contro un Berlusconi che ha prontamente fatto retro front, ritrattando l'esempio ma non la sostanza. Lui si ritiene innocente, e questo basta, non importa che sia la giustizia a stabilirlo, lui si ritiene tale e per questo può permettersi di aggirare il cursus della giustizia inficiando le proprie azioni di un'aura di sacralità, in quanto è innocente, e può continuare ad agire e, anzi, sottoporsi al giudizio di una rossa magistratura non farebbe altro che farlo condannare nonostante la sua (presunta e) decantata innocenza immacolata.

Sull'onda lunga dei "successi" e (soprattutto) calcando l'eco mediatica delle sue manifestazioni, da quella in piazza del Popolo alle marce del PDL, Angelino Alfano in testa, contro la Magistratura per difendere Silvio, si è pensato bene di creare una sorta di apparato di sostegno permanente per far "pesare" i soli diritti di Silvio. Ovviamente senza chiamare in causa quelli che sono i "doveri" dello stesso ex-premier (come ad esempio presentarsi alle udienze - nda).

I sostenitori e i detrattori del caso (o dei casi - nda) Berlusconi si sono sempre scontrati sulla legittimazione popolare dello stesso ex-premier e sull'entità del danno da lui causato al paese.
In particolare i sostenitori hanno sempre attuato quello che è un vero e proprio processo di negazionismo, revisionando e minimizzando le vicende dello stesso Cavaliere, spacciandosi per vere celebrità nel campo della prassi giuridica e del sostegno a Berlusconi che diviene a tutti gli effetti la vittima di un complotto.

Sullo stesso sito abbondano inoltre piccole parentesi che sfociano nel ridicolo e nella pantomimica scimmiottatura di un uomo retto sin nello spirito, votato al lavoro e alla fatica dall'età prepuberale, si veda la sua giovinezza e i ricordi dei suoi amici su come "facesse i compiti in un baleno e poi aiutasse i vicini di banco facendo scambiando con giocattoli, caramelle, merende", ma in fondo, cosa ci si poteva aspettare da uno "spirito imprenditoriale era innato".

Un sito creato a regola d'arte che ripete la solfa cui la maggior parte degli italiani si sono anestetizzati,
quella eterna contrapposizione al comunismo, visto come male endemico nonché antitesi dello stesso capitalismo incarnato dall'imprenditore Silvio perennemente in procinto di salvare l'Italia dal baratro; contro quel modello politico della sinistra non da ultimo incarnato da una parte della magistratura.
Ecco dunque il bersaglio polemico dell'azione dell'esercito: la magistratura. La magistratura che ha sempre ostacolato Berlusconi.
Lo stesso Cavaliere può venire purificato in una sorta di garibaldino dedito alla causa della libertà con tanto di una sua "vita straordinaria", come dice un'appendice biografica dello stesso sito, fabbricata a regola d'arte, che sottolinea le sue doti e il fondamento della sua battaglia, riconfigurando il pensiero berlusconiano come la chiave di lettura di una sorta di guerra (santa) dei vent'anni, simbolo di un uomo dalla solida "cultura cattolica", "il sogno di ogni padre e madre italiana", e un vero e talentuoso sportivo che è divenuto persino "campione di canoa". Una vita straordinaria che culmina in un continuo "spalla a spalla" con i grandi della Terra, dalla Thatcher a Obama, passando per Bush e Putin.

Finzione, negazione e revisione si fondono in un unico apparato il cui assioma fondamentale viene sempre ribadito dallo stesso Furlan:
batterci affinché la persecuzione che lo sta colpendo non possa ripetersi nei confronti di nessuno
L'attività fondante de "l'esercito della Libertà": una legalizzata crociata contro una magistratura politicamente militante, ritenuta arma politica della sinistra contro UN uomo. Non importa a nessuno dei militi ignoti che lo stesso Berlusconi riesca, sempre ed in ogni circostanza, a far “pesare” la sua libertà di parola, di pensiero, anche al di sopra della legge e della giustizia, facendo diventare la libertà un abusato pretesto surrogato ai suoi numerosi conflitti di interesse.

E Berlusconi, circondato da uomini a lui fedeli conta su un apparato di imprenditori e, più in generali, capitalisti, uomini di quella che una volta poteva venir definita a pieno titolo borghesia con la “b” maiuscola.
La crema milanese si assiepa attorno al Cavaliere, come del resto fa una certa ala del centro-sud un tempo votata allo spirito simil-fascista del fu AN di Gianfranco Fini.

Berlusconi rinfocola la sua campagna contro le sinistre attingendo dal repertorio di vocaboli militari asserviti alla sua battaglia; la battaglia di un uomo che si è creduto sopra le regole sin dal primo momento, giustificando il proprio deficitario operato contro le accuse di disfattismo.
Eppure è stato continuamente rieletto. E questa è la battaglia di una fazione politica che ribadisce il concetto delle ultime elezioni politiche: "Il Pd quasi perde le elezioni, il Pdl le ha quasi vinte"

Si difende a spada tratta l'uomo che nel 1994 si era presentato come il depositario della nuova dottrina che avrebbe portato ad una "rivoluzione liberale", pesantemente capitalistica, fallita prima di entrare operativa; l'uomo che ha lanciato in Italia la prassi del manifesto ad personam, cambiando le regole della campagna elettorale, invadendo le piazze e le strade con le sue pose da uomo qualunque, campione dello spirito italiano. Da qualche giorno può contare su una nuova piattaforma telematica che mutuando il linguaggio militare, mira a raccogliere la maggior adesione possibile per tutelare il 'Presidente' Berlusconi.

Il docente di Storia contemporanea Giuseppe Mammarella, nel suo libro L'Italia di oggi (Il Mulino; 2012), nel paragrafo intitolato Arriva Berlusconi dice:
Non è eccessivo affermare che la «discesa in campo» di Silvio Berlusconi segna l'inizio di una nuova epoca nella storia politica italiana. Nei vent'anni successivi, sia quando sarà al governo sia quando resterà all'opposizione, la politica del paese si vedrà profondamente influenzata dalla sua personalità, dai suoi problemi, dai suoi comportamenti e dai conflitti che essi provocheranno

Nel 1994 si è venuto così a delineare un nuovo equilibrio politico a seguito della troppo stigmatizzata caduta della “prima Repubblica”. Alla sua discesa in campo segue l'instaurazione del modello politico bipolare, cui, più nello specifico della vicenda berlusconiana condurrà ad una sempre maggiore politica personalistica, ammantata da un candido perbenismo e da un essere uomo sopra le righe.

In proposito Mammarella aggiunge:
il dato che più caratterizza l'epoca berlusconiana è il sistematico, continuo conflitto che o vede contrapporsi, con la sua parte politica, alla magistratura

La situazione dello scontro Berlusconi-magistratura si viene a configurare come scontro politico. Da una parte una parte di una magistratura militante, intenta nella sua missione moralizzatrice, dall'altra un Berlusconi con molti scheletri nell'armadio, molto poco cavallerescamente incline a sottoporsi a giudizio, paventando lo scenario di un asservimento politico della giustizia; una giustizia che lo avrebbe messo con le spalle al muro. Il paragone con Enzo Tortora risulta sempre più una presa in giro, se non un'offesa al buon senso.

Dagli anni '90 una parte della fazione berlusconiana vede in un possibile confronto sul terreno giuridico come possibile deterrente facente capo al sacrosanto presupposto “se sei innocente, vai tranquillo”, ma mettendo le mani avanti il Cavaliere ha sempre sottolineato quanto le 'toghe-rosse' rispecchino un potere politico a lui avverso.

L'intero “Popolo della Libertà” trova la massima legittimazione in funzione di quella libertà sacrosanta sancita dalla costituzione. Una libertà che può essere piegata a volere e a piacere del singolo, per realizzare qualsiasi progetto.
Diviene lecito marciare contro la magistratura, il massimo organo giuridico, contro la Bocassini, contra la procura di Milano. Le escort diventano sante donne immacolate. Strappate dalla strada e accudite dal cavaliere senza macchia e senza paura, marocchine minorenni trovano conforto nello sfarzo di Arcore. Emilio Fede un imprenditore dal buon gusto, Lele Mora un uomo retto ignaro di tutto, e la Minetti, lungi dall'essere presentata come una trafficatrice di prestazioni sessuali, diviene la specialista dentale, al massimo amministratrice di condominio delle stanza di Ruby Rubacuori. Il resto? Solo malelingue di un organo di stampa e una macchina del fango della sinistra.

Lo stesso "esercito" però, visto come organo di collaborazione tra persone mediante l'utilizzo della rete non è una cosa nuova, già accennato QUI (link) il modello di un'organizzazione su scala nazionale era già stato adottato dalle Fabbriche di Nichi, del presidente del SEL Nichi Vendola. Le fabbriche sono una sorta di organizzazione radicata nel territorio, inserita in un progetto sociale slegato, nonostante il nome, a logiche partitiche o per fini di promozione elettorale, mirante a sostenere “buone azioni” di varia natura sui territori cosicché da poter migliorare le condizioni delle piccole realtà urbane o periferiche, in congiunzione con un intento globale, in grado di rinvigorire lo scheletro delle relazioni sociali in un più ampio concerto nazionale.

L'elemento aggregativo che riesce a connubiare Web e radicamento territoriale è riscontrabile anche nel progetto del berlusconiano “esercito della Libertà”. L'idea del cavaliere si rivela però per quello che è, un tentativo di salvarsi vestendo i panni della vittima di una congiura architettata e orchestrata da oltre vent'anni. Le varie appendici del sito, con tanto di sezione per i 'comunicati stampa' ne sono solo una conferma.

Un uomo ingombrante che ha pilotato per tanto tempo e che continua a condizionare le sorti del paese con la sua pervasiva figura; una figura così vitale per tutto il centro destra, al punto da essere divenuta un vero e proprio feticcio politico-iconografico. Il centro destra italiano, quella forza politica che non conosce il significato dell'espressione democrazia interna, intesa come una sorta di spettro di quella fantomatica sinistra che deve essere esorcizzata, delega ogni decisione all'unico individuo che ritengono adatto a mantenere la guida dei moderati, per evitare la loro frantumazione in una costellazione di partiti che non riuscirebbero a creare le condizioni per una collaborazione o, probabilmente, a superare la soglia di sbarramento parlamentare. Partiti di una destra relegata ad una sudditanza clientelare, poco abituati a combattere per la propria indipendenza e, soprattutto, per la propria identità individuale, sempre pronti ad attuare micro-scissioni confuse e imbarazzanti per la destra tutta, si stringono sotto gli auspici della sacra figura del Cavaliere in tempo di elezioni politiche; si veda in proposito Fratelli d'Italia (Giorgia Meloni), Futuro e Libertà (Gianfranco Fini). Senza Berlusconi cadrebbe la maschera e si vedrebbe ciò che la destra italiana è. NULLA. Una pagina bianca con nulla di scritto; con nulla di fatto.

Non da ultimo il sostegno del popolo che ha pedissequamente abbracciato le idee e le proposte del Cavaliere del Lavoro, e quella promessa elettorale ripetuta ad ogni tornata, destinata "a restare inattuata o realizzata solo parzialmente" (G.Mammarella, "L'italia di oggi"); un popolo sempre più confuso e avvinghiato ad una logica catena di necessità che lo ha portato ha continuare a regalare il suo voto di fiducia, meccanicamente blindato, alla "sparata più grossa", guarda caso sempre quella di Berlusconi, oramai stigmatizzato nella troppo comoda "branca sociale" dei pensionati.

Forte delle sue trovate e messinscene politiche, dal sopracitato successo di piazza del popolo alla manifestazione contro la Magistratura, il Cavaliere cerca di reclutare individui che possano diffondere il suo lasciapassare per l'impunità.

Migliaia di volontari dichiarano, in un giuramento che fa accapponare la pelle:
"Di volermi arruolare nell’Esercito di Silvio per difendere il presidente Berlusconi e combattere al suo fianco la Guerra dei Vent’anni.
Di riconoscermi in lui, nel suo pensiero, nei suoi ideali e nel suo operato.
Di volermi battere per la libertà, per una Italia libera e democratica.
Di essere pronto a partecipare ad eventi o manifestazioni in supporto del Presidente Berlusconi per affermare il principio che la sovranità popolare non può essere sovvertita in alcun modo tranne attraverso l’azione politica.
"

Un'azione popolare, spinta dall'alto, slegata da ogni logica di giustizia veritiera, perseguita da un intento demagogico, con l'unico intento di far sembrare l'interesse di uno, la battaglia di molti. Ecco cos'è "L'esercito della Libertà".

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