giovedì 2 novembre 2023

Pasolini, il poeta e il corsaro

di Mattia Sangiuliano

Il 2 novembre 1975, presso l'Idroscalo di Ostia, viene ucciso lo scrittore, poeta e regista Pier Paolo Pasolini. La notizia si diffonde in fretta e lascia lo sgomento nel paese. Sgomento che ben presto si trasforma in amarezza e dolore.

Lo scrittore Alberto Moravia, nella sua orazione funebre romana, dirà «Abbiamo perso prima di tutto un poeta. E poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo»

La scrittrice Elsa Morante comporrà una poesia in memoria di Pasolini che racchiude una struggente nota sull’arte e sui versi dell’amico: «Ma in verità in verità in verità/ quello per cui tu stesso ti credevi un diverso/ non era la tua vera diversità./ La tua vera diversità era la poesia» (A P.P.P. in nessun posto, 13 febbraio 1976).

Pier Paolo Pasolini viene anche ricordato come "Il giovane corsaro", nel documentario del 2022 di Emilio Marrese, in tributo ai suoi Scritti Corsari editi postumi nel 1975 che racchiudono gran parte del suo pensiero e della sua visione della società, sono la raccolta degli interventi apparsi su varie testate, tra cui il Corriere della Sera (donde la specie di crasi del titolo: Cor-sari), tra il 1973 e il 1975.

E come un vero corsaro Pasolini ha veleggiato nella cultura e nella società del suo tempo, si è scontrato con le molte facce della contemporaneità; non solo affacciato alla finestra, come molti altri intellettuali, si è gettato nel marasma pulsante e vitale del mondo, tormentato ma sempre pieno di vita.


«E io ritardatario sulla morte, in anticipo sulla vita vera, bevo l'incubo della luce come un vino smagliante»
(da Poesie mondane, in Poesia in forma di rosa, 1961-64)

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