martedì 22 novembre 2016

Remington house – DD n°360

recensione di Mattia Sangiuliano


- Li ha più visti i demoni?
Irene rabbrividisce.
- Sì altre volte.

- Lui crede che sia uno solo 
o pensa che siano tanti?
- Nella bibbia c'è scritto: 
«Il mio nome è legione»[1]

Altro tuffo nei ricordi per il nostro Dylan, come per la storia del mese precedente anche in questo albo l'inquilino di Craven Road sarà costretto a vedersela con il suo passato. Una casa in cui si è consumato un efferato bagno di sangue reclama il suo tributo. Il nostro investigatore, ai tempi ancora un bobby di Scotland Yard, fu il poliziotto che, giungendo sul luogo per primo, inavvertitamente cambiò il corso degli eventi e condannò quella strage a un limbo che perdurerà sino al suo ritorno lì, dove esplose il massacro.


Paola Barbato, sempre lei, punta di diamante della scuderia dylaniata sceneggia questa avventura demoniaca. La disperazione palpabile, una maledizione infernale: questi gli ingredienti per l'incubo. È una storia che parla di disperazione e sofferenza, prende le mosse da una follia pulsante e sanguinaria. Protagoniste sono le vite spezzate, condannate a rivivere in eterno la loro agonia per un mero tornaconto. Tematica attuale riflette lo stato della spettacolarizzazione della morte contro cui sbattiamo quotidianamente. Spettatori, a nostro modo complici.

Eccezionale il tratto di Sergio Gerasi capace di infondere al lavoro inframmezzi slavati, ingrigiti per la resa dei flashback o di aggiungere, non senza un certo virtuosismo stilistico, un punto di osservazione in stile fisheye capace di porre l'osservatore all'esterno della scena, il punto di vista della casa “viva” che segue, scrutandoli, i suoi ospiti. Gerasi ci delizia ritraendo l'oceano di sangue a tutto tondo e violenza che permea quasi tutto l'albo; una nota di ultraviolenza particolareggiata è il tributo da versare per ottenere la pace eterna, quel riposo anni or sono negato e ora reclamato dagli spiriti tormentati e, oggi come allora, straziati.




[1] Diana, Graziano; Demonio, Einaudi, Torino (2008), pag. 125.

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