recensione di Mattia
Sangiuliano
Prendono forma gli
intrighi nell'infernale e perennemente grigia Hellnoir. Continua
l'indagine di Melvin Soul (QUI 1 e QUI 2) tra tinte cupe e pulp nell'aldilà, e sua
figlia Cassie (la mela che non cade mai troppo lontana dall'albero)
non è da meno, nel mondo terreno; il mistero si infittisce nel
penultimo numero della breve serie (o avventura a puntate, come dir
si voglia – nda) ideata da Pasquale Ruju e disegnata da
Giovanni Freghieri.
Se in Morgan Lost n°3 Freghieri era alle prese con un paesaggio invernale tra sogno e
incubo, l'indagine del n°3 di Hellnoir, in quel nuvoloso
inferno gravido di violenza e, ultimamente, di nefasti presagi, pone
l'accento sull'azione e – non a caso – sull'aspetto più noir che
l'indagine mette in campo. L'azione domina la storia e le tavole
traboccano di quel dinamismo, da quelle tinte tutte chiaroscuri,
fosche e sporche, che odorano felicemente di giallo.
Mel rischia grosso in
questo numero; l'indagine attorno la figura del temibile Asmoday si
rivela pericolosa, esattamente come c'era da aspettarsi, ma il tenace
investigatore d'altri tempi non può trattenersi dall'andare a fondo
del mistero e di tutto ciò che si porta dietro, spinto dalla bella e
demoniaca Kyra e dall'amata figlia Cassie che ritroviamo impegnata
nella sua indagine parallela; una trama che si intreccia tra inferno
e mondo terreno, in un gioco demoniaco per il potere antico. Un gioco
antico come il mondo. O come l'inferno.
Molti elementi sono stati
aggiunti di volta in volta in questi tre numeri di Hellnoir, arricchendo il quadro della vicenda, altri ancora troveranno posto nella trama
ordita da Ruju; la storia si avvia verso un esplosivo epilogo che
certamente rimarrà impresso nella storia della Sergio Bonelli
Editore.
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