recensione di Mattia Sangiuliano
Questo mese le edicole e
le fumetterie aprono le loro porte ad un nuovo personaggio di casa
Bonelli, dando finalmente un volto a quell'eroe che, da qualche mese,
prima in ombra, poi in maniera più manifesta, ha iniziato a
circolare qua e là sulla rete, anticipando il lancio ufficiale della
serie. Morgan Lost è il nome del protagonista di questa nuova
serie edita dalla Sergio Bonelli Editore e Claudio Chiaverotti
l'artista, e padre, che ha creato il personaggio.
Morgan Lost è un fumetto
atipico, innovativo per il suo modo di porsi, in maniera totalmente
di rottura – su tutta la linea – con il listino messo in mostra
dalla SBE; innovativo soprattutto per i numerosi spunti, frutto della
mente creativa di Chiaverotti, evocati tra le sue pagine proprio per
questa apparizione che ci auguriamo possa non essere solo
il fuoco di paglia di un numero pilota ma qualcosa che
riuscirà a portare avanti tutte quelle idee che sono state,
letteralmente, gettate in pasto ai lettori, che sicuramente
desiderosi, una volta divorato l'albo n°1, di averne ancora. E io
fra questi, non lo nego.
Morgan Lost è un
personaggio atipico, fuori dal comune, capace di insidiare la quarta
parete del fumetto: (anti)eroe daltonico, di una particolare variante
di daltonia, vede in scala di grigi, bianco e nero, e... rosso.
Esattamente come in un fumetto o in una pellicola cinematografica. I
disegni di Michele Rubini
sposano alla perfezione la narrazione, gli ambienti e i personaggi,
nonché il protagonista di questa prima
notte. Il protagonista è un cacciatore di taglie di un passato alternativo ambientato negli anni
'50 (siamo nel 1953), in
cui alcuni importanti fatti non si sono verificati, cosa da niente,
tipo la seconda guerra mondiale e altre cosucce vagamente ucroniche1.
Sequenze
a tratti cinematografiche, arricchite da flashback e visioni
allucinate in una società che sembra cibarsi, assuefatta o, peggio,
abituata alla violenza imperversante tra le sue vie, al punto da aver
reso possibile un telegiornale interamente dedicato ai serial killer
più pericolosi che scalano una vera e propria classifica, indice di
gusto e gradimento del grande pubblico; criminali, con tanto di
taglia sulla testa, celebrati e osannati – al limite del parossismo
– come delle vere e proprie star. Inutile sottolineare una sottile
critica sociale, nella nostra società, in cui il confine tra
cronaca, spettacolo e mediatizzazione della violenza è sempre più
sottile.
Siamo di fronte ad un
fumetto che riesce a mescere insieme le varie tinte del giallo, dal
noir all'hard boiled, anche se è ancora presto per dirlo con
certezza per tutta la serie; la detection è un elemento di certo
fondamentale nella vicenda del personaggio di Chiaverotti, in cui
quel sesto senso del protagonista (mezzo punto sopra quello di Dylan
Dog) consiste in una sorta di innata capacità empatica che lo spinge
a immedesimarsi nella mente degli spietati serial killer e omicidi
che popolano la città di New Heliopolis, mietendo le loro
vittime all'ombra di grattaceli adornati con gargoyle rimandanti alle
divinità e alla simbologia dell'antico Egitto.
Solo una postilla
riguardante la trama che ha letteralmente gettato in grembo al
lettore senza troppi segreti – e molte indiscrezioni – le origini
di Morgan Lost. L'uomo dell'ultima notte
è un primo albo che, senza troppo girarci attorno, mostra la genesi
del personaggio, genesi che continuerà ad essere chiarita con ogni
probabilità il prossimo mese, seconda parte di questa storia. Il
resto della serie, sarà poi progettato in modo che ogni albo,
indipendente, possa rispettare una certa continuità narrativa.
1Ucronia:
Dal francese uchronie, “tempo che non esiste”; si dice
anche “storia alternativa” una storia, o narrazione, che
stravolge i fatti storici reali proponendo generalmente universi
alternativi in cui questi fatti sono ambientati.
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