recensione di Mattia
Sangiuliano
Storia perfettamente
autunnale, vicenda che coglie nel suo svolgimento lo sfiorire,
l'appassire del tempo che scorre e scolora, non morte ma avvicinarsi
di un presentimento di fine, stagione di interstizio eppure
prepotentemente ricca di tinte sue proprie; come questa storia e i
due antagonisti “immortali” che tornano in questa vicenda, in
linea di continuità con quel Mai più, ispettore Bloch
(DD n° 338 – ottobre 2014) scritto da Paola
Barbato, ormai consacrata
nel pantheon dylaniato, e disegnata dal maestro Bruno
Brindisi.
Mai più, ispettoreBloch, il titolo di quell'albo
risalente all'ottobre scorso, lacrimosa quanto vana idea di essersi
definitivamente liberati dell'ispettore amico di Dylan con la
semplice – quanto agognata – pensione; ritroviamo infatti, ancora
una volta, il buon vecchio ex ispettore, questa volta bisognoso
dell'aiuto del suo
fidato Old Boy nella veste ufficiale
di indagatore dell'incubo. Qualcosa di misterioso si muove nella
solare, ma tutt'altro che ridente, Wickedford; niente di ché, solo
una questione di vicinato che sembra essere restio a morire.
Accanto
a misteriose apparizioni di possibili – e presunti –
zombie-dirimpettai nel quartiere del buon vecchio Bloch – alla
faccia del Riposa In Pace, come del resto ci mostrano i ritornanti
di un'altra storia parallela
uscita questo autunno – il
ritrovamento di una serie di cadaveri impagliati a regola d'arte da
un professionista esperto nel campo della tassidermia mette in
allarme Scotland Yard e l'ispettore Carpenter, lo scettico sceriffo
dal pugno di ferro. Invischiato negli eventi si troverà ancora una
volta Dylan, vittima di un piano ordito da una vecchia “amica”.
Un
filo rosso lega Wickedford a Londra, stringe Bloch e i volti cari
all'indagatore dell'incubo, proprio per diventare un cappio sempre
più stretto al collo di Dylan, in una storia spietata che colpisce
al cuore; destini appesi a un filo insanguinato tenuto in mano dalla
sadica Nora Cutberd e dal suo scagnozzo Gas. Due vecchie inimicizie
già comparse una volta sulle pagine della serie regolare: due poco
amichevoli figure rese accidentalmente immortali dall'indagatore
dell'incubo, in quell'albo dell'anno scorso (Mai più,ispettore Bloch), e ora pronte a
reclamare la loro vendetta.
Paola
Barbato, prolifica
sceneggiatrice garante e simbolo delle rivoluzioni che in questi anni
hanno accompagnato e sostenuto, guidandolo, il Dylan Dog della serie
regolare, ci regala in questo albo una vicenda che unisce un thriller
sociopatico e il sadismo dello splatter incarnato ad personam dalla
vendicativa Nora. Bruno
Brindisi,
storico disegnatore della Bonelli – e soprattutto di Dylan, nda –
firma le tavole di questa storia col il suo tratto pulito e chiaro,
capace di rendere cruda – come deve essere – la follia e
l'incubo, lo struggimento e la disperazione con la maestria che gli è
propria.
E
una gradita, ed esplosiva, citazione a coronare il tutto.
Capitoli
che si riaprono, personaggi che ritornano, tutti segni e garanzie di
continuità che investono la serie regolare, assicurando un prosieguo
tutt'altro che noioso alle vicende dell'inquilino di Craven Road. Una
linea di continuità che ci auguriamo che, se non per gli
antagonisti, possa essere ripetuta il prossimo mese aprendo e
sviluppando nuovi risvolti con l'annunciato, e colorato, DD n° 350,
dal significativo titolo Lacrime di pietra,
storia che porterà al centro della scena una dolente vicenda
riguardante l'ispettore Bloch.
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