recensione di Mattia
Sangiuliano
Uscito il 19 settembre,
lo speciale n°29 di Dylan Dog, edito dalla SBE, segna un'ulteriore
svolta per la vicenda editoriale dell'inquilino della londinese
Craven Road n°7.
Già dalla meravigliosa
copertina disegnata da Massimo Carnevale
si nota il vento rivoluzionario che investirà anche questa testata,
sotto il profilo formale ma anche sotto l'aspetto contenutistico.
Primo tra tutti logo e nome dell'indagatore, in cui s'intravede la
bandiera britannica; in secondo luogo, sotto il nome, il
significativo sottotitolo “Il pianeta dei morti”, quello
che fu all'incirca un anno fa il titolo di una raccolta edita dalla
BAO Pubblishing nel consueto – e raffinato – formato cartonato.
Solo in basso a destra,
significativamente sottolineato in rosso, il titolo di questa lunga
(160 pagine) storia speciale: “La casa delle memorie”.
Nell'intenzione
dell'editore rendere stabile l'appuntamento con l'universo di quella
Londra – se non di una Terra intera, sembrerebbe di capire –
condannata alla zombificazione in un possibile futuro in cui un Dylan
Dog invecchiato affronta un mondo di famelici ritornanti,
seguendo così la trama impostata da quel “Cronache del
pianeta dei morti” edito da
BAO e contenente al suo interno le storie precedentemente pubblicate
sui color fest 2 (“Il pianeta dei morti”),
10 (“Addio, Groucho”)
e sull'albo gigante n°22 (“Il tramonto dei vivi
morenti”), tre storie scritte
e sceneggiate da quel Alessandro
Bilotta che
si cimenta in questa nuova – e felicemente lunga, nda
– avventura di zombie, concepita appositamente per essere letta
autonomamente, come un vero e proprio nuovo inizio, da chi, come il
sottoscritto, si è perso qualche puntata, o non ha acquistato il
volume unico cartonato.
Accanto
a tematiche alte e a bei disegni puliti che portano la firma storica
di Casertano, una buona dose di splatter dettagliato e ben
distribuito che fa certamente alzare – perché no – la qualità
dell'albo.
Et
voilà. L'apocalisse è servita.
Alessandro
Bilotta
è uno di quegli sceneggiatori a cui piace giocare con le
prospettive, non solo narrando di Dylan Dog e della vicenda ma anche,
come un regista, con il punto di vista delle comparse che si muovono
in secondo piano e che vengono catturate dalla camera per una
manciata di sequenze, incrociate o mietute che siano poco importa. Il
risultato del narrato, lungi dall'essere un'accozzaglia di materiale
in più che rallenta la vicenda, contribuisce a far adagiare il
lettore in quel tetro e angoscioso incubo che è la Londra
post-apocalittica, tra ritornanti zombie e ritornanti immemori,
che danno il titolo a questa storia speciale.
Giampiero
Casertano
è il disegnatore noto, vecchia guardia della scuderia dilaniata –
dal celebre n°19, “Memorie
dall'invisibile”,
sino ai più recente “Anarchia nel regno unito”
o “Gli abbandonati”
–, dal tratto netto e deciso chiamato a ritrarre l'incubo ad occhi
aperti – tematica ben rappresentata dallo stesso Bilotta –, in
grado di cogliere la stanchezza di un Dylan Dog sempre più disilluso
dall'umanità da cui vorrebbe ritrarsi, per non parlare di quella
Londra luminosa ma decadente con tanto di ritornanti a zonzo, in un
mondo piegato ad un nuovo (dis)ordine in cui viene quasi totalmente
annullata la distinzione tra zombi e immemori, uomini che hanno
dimenticato il passato, ma in un certo modo resa abissale tra questi
due schieramenti e quegli esseri umani che cercano ancor più
grottescamente di vivere una normale esistenza apocalittica.
Non
resta attendere che il curatore mantenga fede alla parola data per
quanto concerne la calendarizzazione del nuovo corso della serie
“speciale”, ora ambientata in questo universo di zombie. Salvo
qualche altra rivoluzione.
O apocalisse.
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