sabato 22 giugno 2013

Mazzini, padre della democrazia repubblicana

di Mattia S.

Il 22 giugno del 1805 nacque a Genova Giuseppe Mazzini.
Giuseppe Mazzini è stato senza ombra di dubbio una delle personalità più poliedriche del Risorgimento italiano: avverso alla lotta di classe e a ogni forma di collettivismo fu però fautore di un tipo di cooperativismo tra i lavoratori nonché il maggior organizzatore di associazioni di mutuo soccorso costituite da operai e artigiani uniti sotto una causa comune.
Legato all'attività cospiratoria che contraddistinse il periodo della giovinezza fu infatti arrestato e condannato a un breve periodo di carcere per tale attività tra il 1830 e il 1831. In questo stesso periodo di reclusione progettò il movimento politico-insurrezionale Giovine Italia.
Condannato a morte nel 1833 riparò in Svizzera. Una vita, quella di Mazzini, segnata dall'impegno politica e dalla convinzione che "si poteva, e quindi si doveva, lottare per la libertà della Patria", non arrendendosi a un destino di ineluttabile sottomissione accendendo una speranza nei suoi contemporanei.
Fondò a Ginevra, nel 1853 il Partito d'Azione con l'intento di riunificare la nazione italiana, strappandola all'annosa spartizione perpetrata dalle potenze estere (QUI si può consultare l'annuncio del Partito d'Azione).
Dopo la travagliata unificazione del Regno d'Italia, nel 1861, il 25 febbraio del 1866 fu eletto a larga maggioranza come deputato nel parlamento di Firenze (l'allora capitale italiana, poiché lo Stato Pontificio e Roma erano ancora sotto il protettorato francese -nda). Nonostante lo scontro fra i suoi sostenitori e i suoi detrattori-accusatori, Mazzini, in esilio a Londra, scelse volontariamente di rinunciare a questo incarico non volendo prestare giuramento allo Statuto Albertino, ovvero alla costituzione della monarchia sabauda.
Nel 1970 giunse l'amnistia per l'esule italiano che poté così incominciare subito a organizzare la piazza per prendere lo Stato Pontificio, dunque Roma. Nonostante l'ampio sostegno e la mobilitazione popolare, con i consueti moti, venne arrestato e nuovamente costretto all'esilio.
Rientrò in Italia sotto falso nome nel 1872, vivendo nascosto a casa di sue vecchie amicizie.
Morì il 10 marzo del 1872, braccato dalla polizia che stava nuovamente per arrestarlo.

Il pensiero mazziniano viene giustamente identificato come cardine della democrazia nella forma repubblicana dello Stato, in antitesi con il pensiero marxista e con un Comunismo sentito come distante dagli ideali democratici e ugualitari propugnati da Mazzini. Il suo pensiero non si è circoscritto alla sola compagine della penisola italiana ma è stato foriero di una molteplicità di esperienze e di ideali di libertà poi irradiatisi al di là dei confini italiani in una sorta di virtuosa osmosi alimentata da quel bisogno naturale di lotta contro l'oppressione, in ogni sua forma all'insegna del riconoscimento di quei diritti inalienabili e universali di ogni essere umano. Il pensiero mazziniano non si è risolto in una chiusura solipsistica entro le problematiche italiane, Mazzini è stato infatti il fondatore di quel progetto sovranazione chiamato Giovine Europa, sulla scorta delle molteplici iniziative avviate nei maggiori paesi del continente.

Il prolungato, se non perpetuo, periodo di latitanza del patriota riuscì a consolidare un progetto di più ampio respiro europeista, legato a un ideale che riuscì a superare il mero irredentismo nazionalista per approdare alla formulazione di quegli stessi principi che portarono i resistenti di tutta Europa a lottare contro i fascismi e, per quanto concerne il fronte italiano, alla redazione, nel 1848, della Costituzione repubblicana italiana, la sintesi di quell'assunto mazziniano che concepì la nazione quale "comunione di liberi e d'eguali, affratellati in concordia di lavori verso un unico fine"1.

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1) Giuseppe Mazzini, Scritti Politici, a cura di Terenzio Grandi e Augusto Comba, Torino 1972, p.884

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