Il 22
giugno del 1805 nacque a Genova Giuseppe Mazzini.
Giuseppe
Mazzini è stato senza ombra di dubbio una delle personalità più poliedriche
del Risorgimento italiano: avverso alla lotta di classe e a ogni
forma di collettivismo fu però fautore di un tipo di cooperativismo
tra i lavoratori nonché il maggior organizzatore di associazioni di mutuo soccorso costituite da operai e artigiani uniti sotto una causa comune.
Legato
all'attività cospiratoria che contraddistinse il periodo della
giovinezza fu infatti arrestato e condannato a un breve periodo di
carcere per tale attività tra il 1830 e il 1831. In questo stesso
periodo di reclusione progettò il movimento
politico-insurrezionale Giovine Italia.
Condannato
a morte nel 1833 riparò in Svizzera. Una vita, quella di Mazzini,
segnata dall'impegno politica e dalla convinzione che "si
poteva, e quindi si doveva, lottare per la libertà della Patria",
non arrendendosi a un destino di ineluttabile sottomissione
accendendo una speranza nei suoi contemporanei.
Fondò
a Ginevra, nel 1853 il Partito d'Azione con l'intento di riunificare
la nazione italiana, strappandola all'annosa spartizione perpetrata
dalle potenze estere (QUI si
può consultare l'annuncio del Partito d'Azione).
Dopo
la travagliata unificazione del Regno d'Italia, nel 1861, il 25
febbraio del 1866 fu eletto a larga maggioranza come deputato nel
parlamento di Firenze (l'allora capitale italiana, poiché lo Stato
Pontificio e Roma erano ancora sotto il protettorato francese -nda).
Nonostante lo scontro fra i suoi sostenitori e i suoi
detrattori-accusatori, Mazzini, in esilio a Londra, scelse
volontariamente di rinunciare a questo incarico non volendo prestare
giuramento allo Statuto Albertino, ovvero alla costituzione della
monarchia sabauda.
Nel
1970 giunse l'amnistia per l'esule italiano che poté così
incominciare subito a organizzare la piazza per prendere lo Stato
Pontificio, dunque Roma. Nonostante l'ampio sostegno e la
mobilitazione popolare, con i consueti moti, venne arrestato e
nuovamente costretto all'esilio.
Rientrò
in Italia sotto falso nome nel 1872, vivendo nascosto a casa di sue
vecchie amicizie.
Morì
il 10 marzo del 1872, braccato dalla polizia che stava nuovamente per
arrestarlo.
Il
pensiero mazziniano viene giustamente identificato come cardine della
democrazia nella forma repubblicana dello Stato, in antitesi con il
pensiero marxista e con un Comunismo sentito come distante dagli
ideali democratici e ugualitari propugnati da Mazzini. Il suo
pensiero non si è circoscritto alla sola compagine della penisola
italiana ma è stato foriero di una molteplicità di esperienze e di
ideali di libertà poi irradiatisi al di là dei confini italiani in
una sorta di virtuosa osmosi alimentata da quel bisogno naturale di
lotta contro l'oppressione, in ogni sua forma all'insegna del
riconoscimento di quei diritti inalienabili e universali di ogni
essere umano. Il pensiero mazziniano non si è risolto in una
chiusura solipsistica entro le problematiche italiane, Mazzini è
stato infatti il fondatore di quel progetto sovranazione
chiamato Giovine
Europa,
sulla scorta delle molteplici iniziative avviate nei maggiori paesi
del continente.
Il
prolungato, se non perpetuo, periodo di latitanza del patriota riuscì
a consolidare un progetto di più ampio respiro europeista, legato a
un ideale che riuscì a superare il mero irredentismo nazionalista
per approdare alla formulazione di quegli stessi principi che
portarono i resistenti di tutta Europa a lottare contro i fascismi e,
per quanto concerne il fronte italiano, alla redazione, nel 1848,
della Costituzione repubblicana italiana, la sintesi di quell'assunto
mazziniano che concepì la nazione quale "comunione di liberi
e d'eguali, affratellati in concordia di lavori verso un unico
fine"1.
______
1) Giuseppe Mazzini, Scritti Politici, a cura di Terenzio Grandi e Augusto Comba, Torino 1972, p.884
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