mercoledì 10 aprile 2013

Il cacciatore

di Mattia S.


Un "Bang" rimbomba per i vicoli deserti, nel primo pomeriggio primaverile. Un ragazzino insegue saltellando il suo stesso eco nascondendosi, dopo ogni sparo, dietro i bidoni della nettezza urbana o dietro a una macchina parcheggiata.
-Arrenditi delinquente!- sibila a denti stretti, -sei circondato!- E saltando fuori all'improvviso dal suo nascondiglio, spara con l'indice della mano destra mentre, con la mano sinistra, si sposta i capelli umidi di sudore dalla fronte arrossata per il calore e per la frenesia del gioco.
La sparatoria prosegue nella sua rievocazione filmica, e mentre il pollice si abbassa sulla mano rievocando il grilletto di una rivoltella e le guance si gonfiano per riprodurre il suono di una raffica di pallottole, una parte della sua mente può abbandonare il gioco e lo stesso quartiere che sta ospitando lo scontro.
Mentre una parte del suo cervello è impegnata a gestire il combattimento e a creare nuovi nemici che vanno a sostituire quello che cadono feriti mortalmente al suolo, un'altra parte della sua testa analizza la situazione e il pasticcio in cui si è andato a cacciare. Il pensiero va, involontariamente al suo amico Vlan; il tipo tosto, quello che affronta il pericolo e riesce a mantenere il sangue freddo; quello con i genitori importanti... ma che bazzica nei quartieri popolari. Eppure, quando il vecchio Clug si è fatto sotto, un brivido ha percosso il corpo dell'amico; ne è quasi certo.
"No!" pensa improvvisamente Roy, scuotendo con forza la testa e smettendo di puntare il dito contro un gatto bianco che sonnecchia sopra un muretto all'ombra di due grandi palazzoni grigi.
"No, no! Vlan è il tipo tosto" recita mentalmente, ripetendo quello che dicono tutti al parco mentre si incammina, mani in tasca e occhi bassi, fissi sui lacci una volta bianchi delle sue scarpe. "Lui è coraggioso, lo sanno tutti nel quartiere. E tutti rispettano suo padre in città. Non può essere un vigliacco".
Il tarlo del dubbio si insinua a rosicchiare l'effige di Vlan che si era costruito. Con i pugni stretti, che sprofondano sempre più a fondo nelle tasche, con gli occhi socchiusi rievoca nella mente la scena di Vlan che se la fa letteralmente addosso mentre il vecchio Clug gli poggia la mano sulla spalla, con l'intento di intromettersi, come suo solito, negli affari altrui.
"Eppure, Vlan, ha sempre affrontato a testa alta i nemici", pensa ancora Roy ricordando tutte le volte che l'amico ha preso le sue difese, sfidando tutti quello che lo prendevano in giro, a scuola come nel parco. Ricorda persino quella volta che ha dato un pugno in faccia a Giò, che aveva mandato il pallone del piccolo Roy su un albero.
Lui però "viene da una famiglia che sta bene", come dice la famiglia di Roy, "che ha i soldi" come ripetono i ragazzi al parco. Nonostante questo lo vedi vestito sempre come gli altri ragazzi, ma con quell'inconfondibile ciuffo moro che gli ricopre metà fronte, naso dritto e ben proporzionato sopra due occhi penetranti, e sopra una bocca sempre seria, capace, però, di affilati sorrisi a mezza bocca, che gli hanno fatto guadagnare una bella reputazione; ovviamente anche per le sue gesta.
Roy cammina a testa bassa, immerso nei suoi pensieri, quando, all'improvviso, un suono lontane lo distrae. In lontananza sente, inconfondibile, lo squillo della sirena di una volante della polizia.
Si sente gelare il sangue nelle vene$ ,nonostante il caldo afoso, e il sudore che avvolgeva la sua pelle e inumidiva i suoi panni si trasforma in una brina tagliente che all'istante lo congela sul posto. Quel suono è la punizione per le sue colpe. "Il vecchio ha chiamato la polizia" pensa sbigottito il piccolo Roy, "Vlan si è divincolato quando lo ha afferrato e siamo fuggiti ognuno per la sua strada. Hanno preso Vlan, e ora sono qui per me".
Riuscendo a ridestarsi dal torpore causatogli da terrore, riesce a voltarsi e incominciare a correre, dapprima molle, poi via via più deciso e vigoroso, nella direzione opposta al suono inquisitore, rientrando nel vicolo da cui era uscito.
"Noi non abbiamo fatto niente!" pensa mentre corre con il fiato corto "Siamo innocenti, è colpa del vecchio". Dopo un pò è costretto a fermarsi, le sue gambe sottili, non reggono il peso di questo sforzo. Ormai è vicino alla piazza del quartiere, fra qualche minuto sarà a casa. Rincuorato da questi pensieri infila la mano in tasca per sentire il rassicurante contatto con metallo delle chiavi di casa. Le chiavi però, non si trovano più li. Roy le ha smarrite.
Preso da uno sconforto indicibile muove qualche passo in direzione del vicolo da cui è sgattaiolato ma, ripensandoci, rimane dove si trova al centro della piazzetta in cui sboccano tutti i vicoli del quartiere. Sente le lacrime che minacciano di sgorgargli dagli occhi, le braccia tese lungo i fianchi con i pugni stretti che tremano. Dietro quella fronte e quegli zigomi arrossati per lo sforzo e per il caldo risalta ancora di più il pallore che è calato sul suo viso. Già i brividi minacciano di scuoterlo quando una voce suadente, poco distante da dove si trova, lo costringe a voltarsi: -Tutto a posto piccolo?-
Sorpreso e interdetto non si aspettava di essere colto proprio in un momento di debolezza. Subito porta la mano al viso per asciugarsi gli occhi umidi. -Si! Tutto ok!- e, indirizzando un occhio verso la voce vede un uomo distinto, schiena dritta, avvolta da un cappotto primaverile beige aperto sul davanti che lascia intravedere una camicia bianca da cui spicca una cravatta rossa. Da dietro le lento sottili degli occhiali, due occhi castani e premurosi fissano Roy.
-Sicuro piccolo? Non sembrerebbe-
-Si! Tutto a posto- borbotta Roy, por poi affrettarsi ad aggiungere: -e non sono piccolo!-
-Hahaha! Bé scusa! Non mi ero accorto che fossi un ometto!- dice quell'individuo sorridendo -Cosa ci fai qua? Stai tonano da scuola? Anche se è pomeriggio, non è sicuro, alla tua età girare per questo quartiere, e da solo per giunta. Non hai un amico con cui fare la strada?-
Subito il pensiero ritorna, come una scheggia impazzita a Vlan. -No, sono da solo! E poi oggi non sono andato a scuola... c'era sciopero... cioè, un consiglio!- Si corregge il ragazzo, pietrificandosi per l'errore.
-A si? Strano; sul giornale non c'era scritto niente!- Dice l'uomo incrociando le braccia sul petto, imprigionando la cravatta, e mostrando a Roy un mezzo sorrise che tradisce il suo tono serioso.
-Bé...io...no...- tartaglia il ragazzo che non sa come uscire da questa situazione; di solito è Vlan quello capace di gestire le situazioni che richiedono sfrontatezza e sangue freddo.
-Hahaha! Tranquillo picc...cioè, ragazzo non sono mica uno sbirro- dice, mentre ammicca con l'occhio in direzione di Roy, archiviando, con la sua mente attenta e allenata il sussulto del ragazzo. -So mantenere un segreto, con me nei paraggi puoi stare tranquillo-
-Bé, e lei cosa ci fa qui, per esempio?- dice Roy, sorprendendosi da solo di questo suo inusuale coraggio.
-Io lavoro! Che domande?!- dice l'uomo alzando le spalle e allargando le braccia, come se la risposta fosse stata talmente ovvia da rendere ridicola la stessa domanda del ragazzo.
-In cravatta e nei vicoli? Lei è più sospetto di me- insinua Roy ormai soggiogato dalla sua stessa sfrontatezza.
-Si caro ragazzo! Qui e non solo. Vedi; io sono un cacciatore!- dice l'uomo con gli occhiali, quasi in un sussurro, e facendo un passo verso il giovane.
-Come un cacciatore?!- Esclama Roy, più sbalordito che incredulo.
-Si! Sono un cacciatore di storie-
-Di storie?- domanda Roy perplesso.
-Raccolgo storie e racconti, delle persone e dei luoghi... e li appunto qui- dice estraendo un taccuino dalla tasca interna del soprabito.
-Wow!- esclama Roy sgranando gli occhi -come Clark Kent!-
-Hehehe,  bé, adesso non perdiamo la testa... io non volo quando indosso un mantello- dice sorridendo. -Comunque piacere, puoi chiamarmi Kerry- dice l'uomo tendendo la mano al piccolo ragazzo che subito stringe la mano del giornalista esclamando: -Roy! Io sono Roy!- il sorriso del giornalista si allarga impercettibilmente -dunque tu sei quel Roy? Questa mattina ho incontrato un vecchio che ti conosce; un certo Clugston. Lo conosci?-
-Si- esclama Roy -il vecchio impiccione! È un bugiardo-
-Uhm- fa con accondiscendenza il giornalista -in effetti non ha una bella reputazione. Comunque mi ha riferito che due ragazzini avevano trovato qualcosa di...sospetto in questa zona. Sai chi sono?-
-...no!- sussurra Roy.
Il giornalista scruto il ragazzo che ora ha abbassato lo sguardo. Sa che sta mentendo. Decide però, di non metterlo sotto torchio. -Ti credo Roy- dice Kerry. Il ragazzo sbalordito da queste parole alza lo sguardo verso il giornalista, non sapendo cosa dire.
-Bé, vuoi che ti accompagni a casa? I tuoi genitori saranno preoccupati. Ho la macchina qui dietro-
-I miei genitori non sono a casa, sono fuori... e io ho perso le chiavi- mormora Roy, sentendo di nuovo l'umiliazione e le lacrime che premono dietro gli occhi.
-Vorrà dire che ti porterò a prendere un gelato- gli dice Kerry, senza perdere il suo sorriso magnetico. A queste parole Roy, si illumina e si dimentica completamente delle chiavi, delle corse nei vicoli e del vecchio Clug: -Davvero Kerry?-
-Certo Roy. Io non sono mica un bugiardo come Clugston- dice ammiccano nuovamente verso Roy.
Sulla strada che porta alla macchina Roy pensa al suo amico Vlan, che è fuggito dal vecchio e a fatto promettere a lui di non dire niente a nessuno; come un vigliacco. Non ha più voglio di essere il 'piccolo Roy'. -Kerry, tutti possono diventare dei... cacciatori?-
Il giornalista volge uno sguardo di sottecchi al suo compagno -Solo se sei abbastanza coraggioso, Roy-
Tirando un profondo sospiro si rivolge nuovamente a Kerry: -Se ti raccontassi la mia storia... potrei diventare... un cacciatore? E accompagnarti... a caccia?-
-Penso sarebbe un premio meritato, però non devi mentirmi, noi cacciatori dobbiamo fidarci gli uni degli altri. E devi essere sincero se vuoi fare questo mestiere-
-Allora ti faccio vedere cosa ho visto questa mattina Kerry- dice il piccolo Roy, pronto a infrangere la sua promessa.



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racconto precedente Wanted di Diego Petrachi

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