mercoledì 4 novembre 2015

Hellnoir – “Una città per cui morire” (1 di 4)

recensione di Mattia Sangiuliano


Vento di novità per questo ottobre in casa Sergio Bonelli Editore, dopo il lancio di un nuovo personaggio quale Morgan Lost, l'antivigilia di Halloween vede l'entrata in scena di una nuova testata fumettistica che porta la firma di una storica mano della casa editrice milanese.

Hellnoir ecco il nome del nuovo universo partorito dalla mente di Pasquale Ruju, accompagnato dalle poliedriche chine di Giovanni Freghieri, in cui ci immergeremo per i prossimi quattro mesi che cadenzeranno la storia di questo “inferno” dalle tinte noir.


Melvin Soul, il protagonista di questa storia, è un tipo singolare a vederlo camminare per strada sembrerebbe il classico investigatore uscito da un giallo ambientato in un'altra epoca, di quelli che hanno fatto storia, e dettato il gusto della detection con il loro atteggiamento – obbligo morale: sigaretta-in-bocca-quasi-per-ogni-primo-piano – e, soprattutto con l'inconfondibile tenuta: cappello, camicia bianca, trench impermeabile beige, passione per il bicchierino (talvolta più di uno) della staffa e un disordinato ufficio in bianco e nero in cui rincasare nel cuore di una violenta cittadina corrotta e avida, un gradino sopra il disordine totale e l'anarchia.

Piccola particolarità: il nostro Mel è morto da tempo ed Hellnoir non è altro che un gigantesco quartiere periferico ai confini dell'inferno. Welcome Hell!


Due dimensioni, due universi che si incontrano contaminandosi sulle pagine di questa storia ad opera del tratto multiforme di Freghieri: un al-di-qua moderno chiaro e definito, ma non meno privo di tonalità cupe e violente, e un al di là infernale, ritratto da tinte fosche che ricordano il meglio del giallo a fumetti, governato da un certo ordine sotterraneo che lo presiede e governa, specchio di quella vita che i suoi abitanti hanno abbandonato da tempo.


I tuoi passi riecheggiano nei vicoli di una sterminata cittadina di qualche decennio fa, felicemente fuori tempo massimo, senti il grido delle sirene e uno scalpiccio sul manto stradale umido di pioggia; tra le tinte ti sembra di scorgere la minaccia che sta per assalirti alle spalle, un delinquente seriale? Un rapinatore? Un assassino? Un'altra anima prava finita come te all'inferno? O un altro demone? Hellnoir – Una città per cui morire è una pioggia che ti gocciola insistentemente lungo la schiena mentre componi i primi tasselli di un mosaico molto pericoloso.


Niente male come iniziazione all'inferno.


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