recensione di Mattia Sangiuliano
Vento di novità per
questo ottobre in casa Sergio Bonelli Editore, dopo il lancio di un
nuovo personaggio quale Morgan Lost, l'antivigilia di Halloween vede
l'entrata in scena di una nuova testata fumettistica che porta la
firma di una storica mano della casa editrice milanese.
Hellnoir
ecco il nome del nuovo universo partorito dalla mente di Pasquale
Ruju, accompagnato dalle poliedriche chine di Giovanni
Freghieri, in cui ci immergeremo per i prossimi quattro mesi che
cadenzeranno la storia di questo “inferno” dalle tinte noir.
Melvin Soul, il
protagonista di questa storia, è un tipo singolare a vederlo
camminare per strada sembrerebbe il classico investigatore uscito da
un giallo ambientato in un'altra epoca, di quelli che hanno fatto
storia, e dettato il gusto della detection con il loro atteggiamento
– obbligo morale: sigaretta-in-bocca-quasi-per-ogni-primo-piano
– e, soprattutto con l'inconfondibile tenuta: cappello, camicia
bianca, trench impermeabile beige, passione per il bicchierino
(talvolta più di uno) della staffa e un disordinato ufficio in
bianco e nero in cui rincasare nel cuore di una violenta cittadina
corrotta e avida, un gradino sopra il disordine totale e l'anarchia.
Piccola particolarità:
il nostro Mel è morto da tempo ed Hellnoir
non è altro che un gigantesco quartiere periferico ai confini
dell'inferno. Welcome Hell!
Due dimensioni, due
universi che si incontrano contaminandosi sulle pagine di questa
storia ad opera del tratto multiforme di Freghieri: un
al-di-qua moderno chiaro e definito, ma non meno privo di tonalità
cupe e violente, e un al di là infernale, ritratto da tinte fosche
che ricordano il meglio del giallo a fumetti, governato da un certo
ordine sotterraneo che lo presiede e governa, specchio di quella vita
che i suoi abitanti hanno abbandonato da tempo.
I tuoi passi riecheggiano
nei vicoli di una sterminata cittadina di qualche decennio fa,
felicemente fuori tempo massimo, senti il grido delle sirene e uno
scalpiccio sul manto stradale umido di pioggia; tra le tinte ti
sembra di scorgere la minaccia che sta per assalirti alle spalle, un
delinquente seriale? Un rapinatore? Un assassino? Un'altra anima
prava finita come te all'inferno? O un altro demone? Hellnoir –
Una città per cui morire è una pioggia che ti gocciola
insistentemente lungo la schiena mentre componi i primi tasselli di
un mosaico molto pericoloso.
Niente male come
iniziazione all'inferno.
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