di [Claude]

Il 30 gennaio precedente, Adolf Hitler, a seguito del travolgente successo elettorale di pochi mesi prima (i nazisti si affermarono come primo partito con il 37% dei voti), convocato dal presidente della Repubblica ottenne il governo.
Mussolini aveva impiegato 4 anni per trasformare uno stato liberale in una dittatura monopartitica. A Hitler bastarono pochi mesi.
L'occasione per una prima stretta repressiva fu proprio l'incendio del Reichstag che ho ricordato poco fa.
Marinus Van Der Lube venne accusato, processato e condannato a morte. Hitler e Goring trovarono nello squilibrato olandese il capro espiatorio ideale, nonché il pretesto, per scatenare una serie di misure eccezionali atte a limitare o annullare le libertà di stampa e di associazione.
Successivamente, nelle elezioni di marzo (una settimana dopo l'incendio) i nazisti ottennero un incredibile successo politico (44% di voti). Hitler ormai mirava all'abolizione del Parlamento. Il Reichstag appena eletto approvò una serie di leggi suicide che conferivano al governo pieni poteri. Le opposizioni furono annientate; si profilava il modello dittatoriale del monopartito. Infine toccò alla destra conservatrice e alle estremistiche SA (notte dei lunghi coltelli).
Eliminando gli elementi sgraditi ottenne la successione al vecchio maresciallo Hindemburg. Nell'agosto del 1934 Hitler poté cumulare la carica di Cancelliere e di Capo dello Stato.

Ricordare le fiamme di quella notte (erano le 21:14) potrebbe evitare che il fuoco che oggi si sta propagando nel nostro Parlamento, sotto forma di rancori, possa incenerire le basi e le fondamenta di una più proficua collaborazione.
Chiudersi a riccio sulle proprie battaglie personali e sulle proprie posizioni non farà altro che far proseguire il rogo che già si è scatenato. Come allora, non brucerà un "semplice" parlamento. Ma una Nazione intera.
Sul Reichstag di Berlino, ormai non più Parlamento dal '45, campeggia ancora la scritta "DEM DEUTSCHE VOLKE" ("al popolo tedesco").
Facciamo che la politica sia per il popolo. E non mero pretesto di battaglie.
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