venerdì 27 settembre 2013

Abbreviazioni e società. Quando i supporti vincolano la lingua.

di Mattia Sangiuliano

Il lavoro del filologo consiste nello studiare antichi testi, solitamente copie di manoscritti nella maggior parte dei casi andati perduti o, molto più verosimilmente, distrutti; è un individuo che opera a stretto contatto con un materiale linguistico ed una materia storica; è un restauratore. Le tecniche filologiche vogliono riportare antichi testi al loro originario valore, depurandoli da errori che si sono depositato nel loro contenuto dopo secoli di copiature e di male interpretazioni che li hanno colpiti.
Il filologo deve vedersela con un complesso sistema di abitudini linguistiche e scrittorie per certi versi diverse da quelle contemporanee. Prassi invalsa, nei contesti di copiatura amanuense, quella di ricorrere ad apposite abbreviazioni rigidamente consolidate per evitare lunghe ripetizioni dunque il sacrificio di un preziosissimo materiale: la carta, prima pergamena di papiro, poi carta vera e propria diffusasi dall'oriente, luogo da cui venne importata succesivamente in tutta l'Europa in epoca medievale.
Gli scriba ricopiavano interi tomi addensando parole e contenuti in un unico spazio riuscendo a non sacrificare nulla del materiale scrittorio che usavano come supporto. E, se si sbagliavano, altro che il bianchetto cui siamo (o eravamo) abituati ad usare, tanto disprezzato da maestri prima e professori poi; con un apposito bisturi gli stessi copisti grattavano l'inchiostro dalla carta e riscrivevano sopra l'errore, riuscendo a non corrompere in maniera eccessiva il supporto.
Parole ripetute abbreviate divengono abitualmente utilizzate nella loro forma breve.

Curioso il fatto che oggi giorno si verifichi la stessa cosa, per pigrizia o modello sociale, vale a dire l'abitudine di utilizzare un repertorio linguistico oramai abitualmente abbreviato e sintetico.
Dalle chat, alla messaggistica istantanea; tutti i supporti digitali (come quelli su carta) presentano un alto grado di contrazione linguistica. Dalle abbreviazioni latine dell'ambito medievale alle contrazioni dello slang tratto da vari ambiti delle subculture metropolitane, spesso facilmente trasposte dall'inglese di origine (SK8 per indicare skate). Nessuno si salva dall'abbreviazione che riduce messaggi complessi a poche righe. Nella cultura tedesca, depositaria di un lessico estremamente ricco con parole lunghe e complesse, le contrazioni sono all'ordine del giorno per quanto riguarda la messaggistica degli SMS ("eS eM eS", pronuncia all'inglese) riprendendo alcune sintesi linguistiche proprie della lingua anglosassone: N8 indica Gute Nacht mentre 8ung Achtung (attenzione); STN sta per Schönen Tag noch! (buona giornata!) mentre HASE significa Habe Sehnsucht (mi manchi).

Nel medioevo le abbreviazioni erano condizionate dalla scarsa reperibilità di un materiale estremamente costoso come la carta. Al giorno d'oggi, nonostante la carta sia usata (e sprecata) in molti contesti, di pari passi con la concorrenza della digitalizzazione, le abbreviazioni vengono utilizzate per la scarsa reperibilità di un altro materiale estremamente costoso e raro: il tempo.

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