di Mattia Sangiuliano
La moneta viene lanciata, rotea in aria, riflettendo in mille lampi l'illuminazione dello stadio. Testa o croce non ha importanza nel caleidoscopio mulinante del caso. Ai tifosi delle due squadre da undici uomini cadauna che si affrontano per accedere alla finale della coppa, importa solo dell'azione e dello schema che li terrà inchiodati per 90 minuti (break, recupero e calci di rigore esclusi) alla diretta televisiva. Uomini che si riscaldano sotto gli occhi indemoniati di tifosi dalle facce colorate che inneggiano al capitano della propria squadra.
Capitoli
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giovedì 27 giugno 2013
Ruolo di un tutore
di Mattia Sangiuliano
Il professore si alza dalla
sua scrivania dopo aver riposto la penna rossa in un elegante
astuccio di pelle che contrasta con la plastica opaca della bic; si
lascia alle spalle la sua poltrona imbottita, in velluto rosso, con
le cuciture dorate a vista lungo tutto il bordo della suppellettile,
a contatto con il legno antico, marrone vivo e ben lucidato dei
braccioli, del bordo superiore sopra la testiera e delle zampe
intagliate, segno inconfondibile di elevato prestigio e di dignità
intellettuale del sacro magistero accademico che il professore
svolge.
Proprio il senso di questo
suo ruolo è il tema centrale delle riflessioni che si rincorrono
nella sua mente mentre, con un'ammaliante movenza, attraversa la
stanza spostandosi presso la parete alla destra della scrivania da
dove può sbirciare la strada, attraverso il vetro della finestra.
martedì 25 giugno 2013
"Le nere scale della mia taverna" di Sandro Penna
analisi e commento di Mattia S.
Le nere scale della mia taverna
tu discendi tutto intriso di vento.
I bei capelli caduti tu hai
sugli occhi vivi in un mio firmamento
remoto.
Nella fumosa taverna
ora è l'odore del porto e del vento.
Libero vento che modella i corpi
e muove il passo ai bianchi marinai.
(da Poesie)
sabato 22 giugno 2013
Mazzini, padre della democrazia repubblicana
di Mattia S.
Il 22
giugno del 1805 nacque a Genova Giuseppe Mazzini.
Giuseppe
Mazzini è stato senza ombra di dubbio una delle personalità più poliedriche
del Risorgimento italiano: avverso alla lotta di classe e a ogni
forma di collettivismo fu però fautore di un tipo di cooperativismo
tra i lavoratori nonché il maggior organizzatore di associazioni di mutuo soccorso costituite da operai e artigiani uniti sotto una causa comune.
Legato
all'attività cospiratoria che contraddistinse il periodo della
giovinezza fu infatti arrestato e condannato a un breve periodo di
carcere per tale attività tra il 1830 e il 1831. In questo stesso
periodo di reclusione progettò il movimento
politico-insurrezionale Giovine Italia.
giovedì 20 giugno 2013
L'equilibrio di Nemesi
di Mattia S.
«Come ho fatto a farmi
convincere...?!» prorompe Andrea, prendendosi la nuca castano scura,
quasi rasata, tra le mani, mentre il portone si chiude alle sue
spalle con un fragore di vetri.
«Come ho fatto a convincere tua
madre!» corregge Vittorio sorridendo nervosamente ma soddisfatto
della propria performance di poco prima, mettendosi a camminare
svelto, poi di corsa, in direzione della fermata dell'autobus. Subito
gli sia affianca ridendo Andrea che non manca di sospirare «Era
meglio un anno di... reclusione» compiacendosi di aver trovato la
parola giusta.
«Prego amico!» rimarca Vittorio,
senza perdere il suo sorriso, mentre entrambi svoltano per l'incrocio
mandando all'aria un mucchio di foglie di fresco ammucchiate dagli
spazzini del comune.
giovedì 13 giugno 2013
Essere nel giusto
di Mattia S.
Vittorio riaggancia la cornetta del
telefono e torna in cucina. Una tenera luce entra nella sala da
pranzo facendo brillare le posate argentate davanti al suo piatto e
l'acqua nella brocca al centro del tavolo e nel suo bicchiere
riempito a metà, posto a lato del suo piatto, sopra la tovaglia a
scacchi ripiegata a metà sul tavolo.
L'orologio sopra il forno segna le
14:15. Mentalmente calcola che i suoi non arriveranno per pranzare
verso le 14:30, come loro solito; lui deve incontrarsi con Andrea
alle 15 in punto.
Vittorio infilza gli ultimi bucatini e
spazzola il piccolo strato di unto di burro, lasciato dal suo
condimento improvvisato e appoggia il piatto e le posate nel
lavandino del piccolo cucinino.
Ora che è giorno quella luce lo attrae
irresistibilmente all'esterno, verso il quartiere, verso il suo
amico.
lunedì 10 giugno 2013
[Io che come un sonnambulo cammino] di Camillo Sbarbaro
analisi e commento di Mattia S.
Io che come un sonnambulo cammino
per le mie trite vie quotidiane,
vedendoti dinnanzi a me trasalgo.
Tu mi cammini accanto lenta come
una regina.
Regolo il mio passo
io subito destato dal mio sonno
sul tuo ch'è come una sapiente musica.
E possibilità d'amore e gloria
mi s'affacciano al cuore me lo gonfiano.
Pei riccioletti folli d'una nuca
per l'ala d'un capello io posso ancora
alleggerirmi della mia tristezza.
Io sono ancora giovane, inesperto
col cuore ponto a tutte le follie.
Una luce si fa nel dormiveglia.
Tutto è sospeso come in un'attesa.
Non penso più. Sono contento e muto.
Batte il mio cuore al ritmo del tuo passo.
domenica 9 giugno 2013
Per questo morirono, per questo vivono
di Mattia S.
Il 9
giugno del 1937, a Bagnoles-de-l'Orne, Carlo
Rosselli, padre della poetessa Amelia, e suo fratello Nello
Rosselli trovarono la morte per mano di un gruppo di
militanti della destra francese su mandato dei servizi segreti
fascisti.
Molte
furono le vittime innocenti del fascismo, molte furono le lapidi dei
martiri che il fascio littorio disseminò alle sue spalle in nome di
quell'ingiusta avanzata per il consolidamento dell'idolatria del
duce. In mezzo a questo stillicidio di innocenti, di intellettuali o
ancora di semplici civili, si erge come un faro doloroso, monito e
speranza, il nome di Carlo Rosselli.
Rosselli
votò una parte considerevole della propria vita per far cadere il
nero drappo che avvolgeva la coscienza degli italiani, soggiogati dal
culto personalistico di una politica antidemocratica, ingaggiando una
battaglia contro il mostro fascista sin dal 1922, militando accanto a
Gobetti e a Matteotti.
mercoledì 5 giugno 2013
Dubbio notturno
di Mattia S.
Il vento muove le fronde degli alberi
del viale e fa tremare, con la sua pressione, le inferiate in ferro
battuto del balconcino della camera da letto di Vittorio. Seguendo il
tremore dei vetri, al di qua delle tapparelle abbassate, il ragazzo
si rigira nel suo letto. Le gambe si muovono allontanando le lenzuola
con piccoli scatti repentini che producono una serie di pieghe sul
copriletto. Sbuffando Vittorio scansa le coperte con un brusco gesto
del braccio per poi ritirarle con violenza sino al mento. Allo stesso
modo si rigira irrequieto sul suo letto avvolgendosi completamente
nelle lenzuola, facendo scricchiolare le doghe di legno e,
completando la rotazione, ritrovandosi su un interminabile serie di
pieghe e di grinze fastidiose, compie un ulteriore rotazione di
trecentosessanta gradi in senso opposto, nel vano tentativo di
stendere le pieghe del copriletto e di riposizionare in un dignitoso
ordine le coperte aggrovigliate. Il tentativo risulta essere tanto
infruttuoso da lasciare Vittorio sdraiato e deluso, a pancia in su,
con la schiena appoggiata sulle fastidiose grinze che ha prodotto il
suo nervosismo notturno.
Sconsolato Vittorio giace immoto, con i
piedi oramai scoperti dal lembo del lenzuolo che ha tirato con troppa
foga sino al mento. Gli occhi spalancati fissano l'oscurità che lo
sovrasta.
«Non
lo sopporto...» con un gesto di stizza scansa del tutto le lenzuola
e l'imbottita; con uno scatto, ruotando su se stesso, riesce a
mettersi seduto sulla sponda del letto, spostando definitivamente il
copriletto e denudando il materasso.